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Non è la prima volta che si parla di brevetti Honda relativi all'iniezione diretta e alla sovralimentazione.
Stavolta ci sono tre fascicoli che riguardano brevetti presentati all'ente giapponese della proprietà intellettuale che sviluppano queste applicazioni attorno al motore e al telaio della Honda CRF1100L Africa Twin.
Come ricordiamo quando scriviamo di brevetti depositati dalle case costruttrici, solitamente i veicoli visualizzati sono semplicemente funzionali all'applicazione dei brevetti ma non sono per forza riferibili ai mezzi rappresentati. In questo caso però la scelta dell'ultima Africa Twin è più di una citazione, perché prende come esempio quel motore e quel telaio per la disposizione e il funzionamento delle parti coperte dal brevetto.
Il compressore viene comandato meccanicamente dal motore e non dai gas di scarico e questo annulla i ritardi nella risposta all'acceleratore. A differenza del sistema centrifugo adottato ad esempio da Kawasaki per la serie H2, che privilegia soprattutto i riempimenti dai medi regimi in poi e quindi le prestazioni massime, quello adottato da Honda è un volumetrico.
Si basa su un compressore a vite ed è in grado di offrire la sovrappressione utile anche ai bassi giri, a tutto vantaggio dell'erogazione della coppia prima ancora che della potenza massima. Un principio tecnico che è più adatto a un mezzo stradale di impiego misto.
Altro contenuto degno di nota di questo brevetto è il sistema di iniezione che utilizza due iniettori per ciascun cilindro: uno – diremmo tradizionale - a valle della valvola a farfalla e l'altro direttamente nella camera di combustione. Una vera iniezione diretta quindi. Questo secondo iniettore utilizza una pompa di iniezione comandata dall'albero della distribuzione (che è di tipo Unicam) per avere una pressione più elevata e una connessione immediata in base al numero di giri.
Il secondo iniettore agisce quando le valvole di aspirazione si stanno chiudendo e ottimizza riempimento e turbolenza in camera di scoppio a beneficio della rapidità di espansione del fronte di fiamma e quindi del rendimento termodinamico. Ma non solo, in questo modo si tengono meglio sotto controllo le emissioni inquinanti e i consumi.
Il vantaggio prestazionale di questi brevetti darebbe a una ipotetica Africa Twin maggiore potenza e coppia, quindi ridurrebbe il divario rispetto a modelli più prestanti qualche BMW, Ducati e KTM, senza penalizzare in maniera importante il peso che è in questo caso un punto a favore della maxi enduro Honda.
Impossibile prevedere se e quando questo brevetto possa vedere la luce su un modello di produzione. Tuttavia è sufficientemente avanzato e dettagliato da far pensare a qualcosa di concreto. Staremo a vedere...
fonte Cycle World
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https://www.honda.it/motorcycles.html
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