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Chi ha la carta d’identità vecchia di una sessantina d’anni, o poco meno, e ha da sempre la motocicletta nel cuore, ricorderà certamente le moto tedesche Horex, non diffusissime in Italia ma comunque presenti fino agli anni sessanta.
La Horex era un’azienda fondata nel 1923 a Bad Homburg, una bella città termale dell’Assia a nord di Francoforte, dalla compagnia vetraria Rex, che creò il nuovo marchio fondendo appunto Homburg e Rex.
La Horex iniziò la sua attività producendo una gamma di moto con motori Columbus monocilindrici a 4 tempi da 250 a 600 cc, ma già nel 1933 aggiunse un paio di bicilindrici monoalbero da 600 e 800 cc. La produzione venne ovviamente interrotta durante il periodo bellico, per riprendere nel ’48 con la 350 monocilindrica SB35 Regina, della quale nel 1953 vennero venduti ben 18.600 esemplari. Nel ’51 arrivò La famosa Imperator 500 - una bella e ben fatta bicilindrica “parallela” monoalbero da 30 cavalli dotata di sospensione anteriore bracci oscillanti, tipo Earles - cui fece curiosamente seguito, tre anni dopo, l’omonima 400 cc da 26 cavalli.
Nel ’55, la Regina venne invece sostituita dalla nuova Resident. A metà degli anni cinquanta, tuttavia, in parte a causa del fiasco seguito allo scooter Rebell 250, la Horex chiuse i battenti. Negli anni settanta, i tedeschi Friedel Munch e Fritz Roth tentarono di recuperare il marchio con una versione sovralimentata da 1.400 cc della famosa quadricilindrica Munch Mammut, e con una serie di motoleggere con motori a due tempi di piccola cilindrata. Mentre nel 1988 apparve la Horex Osca, una sportiva semicarenata con motore monocilindrico (Honda?) da 644 cc da 50 cavalli, destinata però solo al mercato giapponese.
Dal 2009, il marchio Horex appartiene alla tedesca Compact-Bike Entwicklungs GmbH, e ricompare sul serbatoio di una corposa naked denominata VR6, dotata addirittura di un poderoso “6 cilindri” a V strettissima da 1.218 cc (alesaggio e corsa di 68x55 mm) sovralimentato, accreditato di circa 200 cavalli con una coppia di 15 kgm (147 Nm). Il motore, che appare piuttosto compatto (il banco testate è largo 429 mm) è dotato di distribuzione TOHC (ovvero con tre alberi a camme in testa), con tra valvole per cilindro disposte radialmente. Posteriormente al blocco cilindri – inclinato in avanti di 15° - è piazzato un compressore radiale Rotrex, comandato tramite cinghia dentata e smontabile, che, secondo quanto riportato nella scheda tecnica, lavora a pressioni variabili a seconda della versione. Per questo la potenza dichiarata varia da 175 a 200 cavalli a 8,500 giri, mentre la trasmissione finale è a cinghia dentata.
Il telaio è a doppio trave in alluminio, con forcella UpsideDown e steli da 50 mm. Posteriormente troviamo un forcellone monobraccio con monoammortizzatore centrale. L’impianto frenante, dotato di serie di ABS, verte su due dischi anteriori con pinze ad attacco radiale, mentre le ruote da 17” hanno canali
La Horex VR6 secondo alcune voci potrebbe essere frutto di una collaborazione col gruppo Volkswagen
da 3,50 e 5,00”, con radiali Metzeler da 120/70 e 190/55. Il serbatoio della Horex VR6 dovrebbe contenere dai 18 ai 20 litri, e il peso dichiarato è di 239 kg. Quanto alle prestazioni, viene dichiarata una velocità massima autolimitata a 250 km/h.
Si tratta dunque di un progetto molto interessante, a partire dal motore, naturalmente, del quale è lecito attendersi quantomeno un “suono” esaltante. La Horex VR6, che secondo alcune voci potrebbe essere frutto di una collaborazione col gruppo Volkswagen (come la sigla del motore stesso sembra suggerire), appare realizzata con molta cura, anche se sull’estetica del parafango posteriore ci permettiamo di avanzare qualche riserva. La nuova belva tedesca dovrebbe essere messa in vendita – in Germania, Austria e Svizzera - dall’inizio del 2011, al prezzo di circa 20.000 Euro.
Di questa moto esiste anche una nutritissima documentazione sfogliabile (in inglese):
Fonte: Hell For Leather