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Mettetela come volete, ma sembra proprio che se nel nostro futuro il motore alimentato a benzina dovesse mai esser giubilato, sarà l'idrogeno a diventarci familiare. Questo perché da una parte questo elemento chimico può essere utilizzato per alimentare dei motori combustione interna (come da più parti si sta sperimentando: Suzuki, Kawasaki, consorzio HySe) e dall'altra pare che per superare i limiti impliciti della trazione elettrica alimentata da batterie convenzionali (difficoltà e lentezza della ricarica, pesi, ingombri, autonomia) sia possibile rivolgersi a una tecnologia molto promettente che è quella delle celle a combustibile alimentate a idrogeno.
No si tratta più di totale avanguardia: numerosi centri di ricerca stanno approfondendo il tema per portarlo in tempi rapidi ad essere fruibile anche per i veicoli che guidiamo tutti i giorni e non più tardi di qualche mese fa, tanto per fare un esempio, Honda ha presentato la sua nuova generazione di fuel cell a idrogeno sviluppate con GM, al Salone della mobilità di Tokio. Ma, è bene ricordare che in tempi non sospetti già Suzuki aveva sviluppato e reso fruibile uno scooter con questa tecnologia.
Appare quindi evidente che i limiti per l'utilizzo quotidiano possano in qualche modo essere rimossi e in questo senso stanno applicandosi più enti e consorzi. Uno di questi è il consorzio tedesco-ceco di istituti di ricerca e aziende produttrici che dichiara che entro la fine del 2025 verrà costruita una motocicletta dimostrativa che soddisferà i severi standard di omologazione e certificazione europei.
il contetto, tutto sommato più che condivisibile, è che 1 chilogrammo di idrogeno garantisce a un’auto un’autonomia di circa 100 chilometri: se questo è vero, nello spazio limitato di una motocicletta può essere sistemato anche un serbatoio di idrogeno per la trazione elettrica, anche se la sfida più probante è trovare spazio e rendere funzionale per un veicolo a due ruote un sistema completo di celle a combustibile necessario per convertire l’idrogeno in energia elettrica. Insomma, la tecnologia c'è ma c'è ancora da mettere a punto tutto il resto del veicolo, oltre a naturalmente creare un'infrastruttura di distribuzione di idrogeno per rendere fruibile universalmente questo genere di veicoli, non esattamente la cosa più facile e immediata.
Come riportato nel comunicato stampa del consorzio, Hydrocycle contribuisce alla strategia dell'Unione Europea sull'idrogeno. Dal 2030 in poi, le linee guida dell’UE richiedono che l’idrogeno proveniente dalle energie rinnovabili svolga un ruolo chiave nel settore dei trasporti in modo che l’Unione diventi climaticamente neutrale entro il 2050 e su questo sentiero i partner Fraunhofer IWU, WätaSwärmetauscher Sachsen GmbH (Obernhau), 1to1design (Praga), Università tecnica ceca (ČVUT, Praga) e ÚJV Řež (Husinec) hanno seguito un bando di finanziamento per progetti congiunti ceco-sassoni in l’area della mobilità sostenibile e dei sistemi di trasporto di persone e merci.
Foto e fonte: iwufraunhofer