I grandi dell'industria motociclistica si incontrano

I grandi dell'industria motociclistica si incontrano
L'industria europea chiede un quadro normativo internazionale che la tuteli dall'aggressione senza regole dei produttori asiatici
14 novembre 2009


E’ forte la consapevolezza da parte dell’industria motociclistica europea di poter contrastare la crisi economica e finanziaria attuale, nonostante la sfida sia ancora difficile e le iniziative di supporto da parte delle istituzioni siano ancora poco efficaci. Positivo e costruttivo è comunque il messaggio emerso dal seminario Industrial change and prospects for the motorcycle industry in Europe” tenutosi durante l'EICMA 2009.

Moderato dal Senatore Giacomo Santini, il convegno è stato aperto da Joost van Iersel (Chairman EESC’s CCMI), il quale ha descritto l’importante funzione consultiva del Comitato Economico e Sociale Europeo nel seguire costantemente le modifiche del settore industriale ed in particolare le dinamiche occupazionali e ambientali, al fine di incentivare le autorità politiche a intraprendere provvedimenti.


Per il Presidente di Confindustria ANCMA Corrado Capelli, “il mondo istituzionale e politico non ha ancora saputo trovare risposte ed azioni concrete per la salvaguardia del settore moto, nonostante gli incentivi economici”.


Di supporto istituzionale ha parlato anche Henri Malosse, Presidente di EESC’s Employers Group. Secondo Malosse, che vede nel ruolo del Comitato Economico e Sociale Europeo non solo una funzione consultiva, occorre “una politica comune e una politica industriale. Non vogliamo il protezionismo, ma auspichiamo un modello di concorrenza equa che garantisca l’accesso al mercato e garantisca sicurezza, posti di lavoro e sviluppo sostenibile”.

In pieno accordo con Malosse è anche Jacques Compagne, Segretario Generale della ACEM (Associazione Costruttori Europei di Motociclette). “Occorre cooperazione e un approccio pragmatico. Certo la crisi c’è, ma il nostro settore mantiene un forte appeal e la mobilità in ambito lavorativo può aiutare le aziende in difficoltà”.

Il seminario è proseguito poi con altri interventi incentrati sulle ricadute della crisi sul settore manifatturiero (componenti e distribuzione) e su clienti, sicurezza e mobilità. Ciò che è chiaro è che occorre un sistema normativo internazionale al quale tutti i paesi costruttori sottostiano. Il mercato europeo è infatti troppo penalizzato da quello asiatico, dove paesi come Cina e India non hanno regole sulla sicurezza e sugli scambi commerciali come invece avviene in Europa. 


 

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