Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Alcune decine di migliaia di motociclisti hanno manifestato sulle strade francesi lo scorso fine settimana del 10 e 11 aprile contro l'imposizione della revisione periodica per le moto.
Lo hanno fatto seguendo l'invito dell'associazione FFMC, ovvero la federazione francese dei motociclisti in collera. Inoltre grazie al deputato del secondo distretto di Vienne, Sacha Houlié, c'è stata una videoconferenza fra delegati del Ministero dei Trasporti, lo stesso Houlié e i rappresentati della federazione motociclistica francese e della FFMC.
La richiesta dei motociclisti è che la Francia deroghi dall'obbligo comunitario di svolgere il controllo periodico – biennale – per tutte le moto, gli scooter e i ciclomotori a partire dall'1 gennaio 2020.
Come abbiamo scritto un mese fa, la Commissione Europea ha chiesto che tutti i paesi membri applichino la direttiva 2014/45/UE - non seguita in maniera omogenea - dall'inizio del 2022.
Pochissimi finora la eseguono per i ciclomotori (fra questi c'è l'Italia) e ci sono i Paesi, l'Irlanda e la Finlandia che non la vogliono.
La Francia ha ottenuto a suo tempo una esenzione, mentre il Ministero si è detto nell'impossibilità di istituire il controllo tecnico obbligatorio entro quella data, suggerendo un esame di tipo visivo con le sole verifiche di rumorosità e inquinamento.
Houlié i rappresentanti delle due federazioni hanno ricordato l'opposizione dei motociclisti (da 25.000 a 30.000 sulle strade nonostante le restrizioni attuali e il meteo sfavorevole) e hanno argomentato la loro posizione contro un controllo biennale parlando di causalità, rapporto di chilometraggio fra auto e moto, fattibilità tecnica e utilità.
I “motociclisti in collera” ritengono la revisione una misura non correlata alla sicurezza stradale e che non tutelare il guidatore di una moto o di un tre ruote.
In passato, sostengono, è stato già dimostrato che la revisione non ha alcune effetto sulla causa di incidente. Nel 2005 il rapporto MAIDS (Motorcycle Accident In Depth Study) ha analizzato un migliaio di incidenti motociclistici avvenuti in cinque paesi europei e ha stabilito che lo 0,3% di questi era probabilmente legato a un guasto tecnico della moto.
Le stesse indicazioni sono arrivate nel 2007 dal Consiglio generale di Ponts et Chaussées (ponti e strade) in seguito a controlli tecnici effettuati su moto e scooter: è difficile stabilire un nesso fra le condizioni del veicolo e il verificarsi degli incidenti.
Peraltro le statistiche dell'Osservatorio interministeriale per la Sicurezza Stradale riportano come i più coinvolti negli incidenti sono i veicoli più recenti e quindi teoricamente quelli in buono stato per quanto riguarda freni, pneumatici eccetera.
D'altra parte è risaputo come si l'errore umano – il comportamento di chi guida - la principale causa di incidente.
Se la Francia non seguirà le indicazioni europee senza un valido motivo potrebbe incorrere in sanzioni, per questo motivo la FFMC si è impegnata a fornire elementi e dati di supporto sulle misure dedicate alla sicurezza stradale.
fonte FFMC