I motociclisti in Umbria consegnano farmaci a domicilio

I motociclisti in Umbria consegnano farmaci a domicilio
Diversi motoclub umbri si sono organizzati insieme a Federfarma e Aism per aiutare malati, anziani e chiunque non possa uscire di casa
25 marzo 2020

Ci sono persone che usano la moto per essere liberi (ne abbiamo già parlato), altri che la usano al posto dell'auto, semplicemente per spostarsi. Poi ci sono persone che nei momenti più difficili trovano nella moto una soluzione per aiutare gli altri.

Una soluzione per mettere la propria passione a servizio degli altri. L'avevamo visto anche quando il terremoto in Umbria aveva isolato interi paesi e gli enduristi trovarono il modo di portare medicine e generi di prima necessità alle persone bloccate.

Oggi il copione si ripete, sempre in Umbria. I motociclisti calzano il casco, e invece di dirigersi verso qualche Passo montano vanno in farmacia. Ritirano le medicine di tutti quegli anziani che non possono uscire di casa, di tutti quelli che se si esponessero al contagio rischierebbero la vita, oppure di quelli che sono già stati contagiati e - in quarantena - sono costretti tra le mura domestiche. Le lasciano di fronte alle loro porte offrendo un servizio e regalando la tranquillità.

"Stiamo cercando di fare qualcosa di positivo per combattere questa situazione - ci spiega Eros Celaia (presidente del Motoclub MotoIncontro) -. Ci siamo mobilitati, noi del motoclub e anche i motoclub dei Vigili del Fuoco di Perugia e Terni, e forse presto si aggiungerà anche Ancona. Abbiamo cercato di capire cosa si poteva fare, e ripensando al terremoto ci siamo ricordati che c'erano dei motociclisti che si adoperavano per consegnare medicinali e risolvere situazioni. Allora abbiamo pensato che si potesse fare lo stesso anche in questi giorni di Coronavirus".
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Insieme ai motoclub dei VVF allora si sono impegnati attivando due collaborazioni: una con Federfarma e l'altra con l’Aism, l’Associazione malati di sclerosi multipla."Le farmacie dove vengono depositate le ricette dai medici di base ci chiamano, noi andiamo a ritirare le medicine e le portiamo ai destinatari. Ovviamente senza avere nessun contatto. Il farmacista mette tutti i medicinali dentro a una busta e inserisce anche il resto.

Quando arriviamo dalle persone loro ci rimborsano di quello che abbiamo anticipato, e trovano la differenza insieme alle medicine. Contatto zero. Noi appoggiamo il sacchetto, suoniamo il campanello, ci allontaniamo e chi lo riceve lascia i soldi dentro a una busta, che solitamente è una di quelle trasparenti per congelare gli alimenti. Quella bustina la riapriamo il giorno dopo. 

Il secondo accordo accordo che abbiamo fatto è con l’Aism, l’Associazione malati di sclerosi multipla. Le farmacie degli ospedali ci consegnano i farmaci con una lista di destinatari e di indirizzi e li portiamo a domicilio agli ammalati". 
 
Rischi? "Un minimo di rischio c'è. Ma facendo le cose con la testa li riduciamo al minimo. Noi trattiamo tutti come se fossero positivi in modo da ridurre il rischio. Il nostro obiettivo è quello di far uscire di casa il minor numero di persone possibile". 

 

Una goccia fa il mare e noi nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa di positivo

In questa situazione, diversamente da quella del terremoto, la moto non è un mezzo che fa tecnicamente la differenza, ma era la scelta più ovvia per dei motociclisti. Anche se la priorità è quella di portare a termine la consegna. "Essendo motociclisti ci muoviamo in moto, ma non è il mezzo a fare la differenza. Oggi, che qui nevicava, le consegne sono state fatte in auto - racconta Eros -. Ci sono poi alcuni farmaci che hanno bisogno di mantenere una temperatura da frigorifero, e quindi vanno per forza trasportati con una borsa termica, e a volte in moto questo non è possibile". 
 
Prima di salutare Eros gli abbiamo chiesto cosa rimane alla fine di una giornata di consegne. "C'è qualcosa che ti riempie, perché effettivamente ti senti utile ed è importante esserlo nel momento del bisogno. Una goccia fa il mare, e noi nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa di positivo e magari risolve tante piccole situazioni complicate. Questa idea è partita da noi, ma spero che arrivi ovunque, perché magari ci sono posti dove ce n'è ancora più bisogno". 
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