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Adesso, caro lettore, è il tuo turno. Ti lascio il manubrio di questa storia: portala dove ti pare, il motore è in moto, le gomme sono calde e la strada degli eventi è tutta davanti a te, libera e senza limiti di velocità;
a presto.
Così si chiudeva, con un finale aperto, l'ultimo racconto di Antonio Privitera "C'è un limite a tutto" con un invito ai lettori a trovare il proprio epilogo alla storia. Di seguito pubblichiamo alcuni dei finali che ci avete spedito, buona lettura.
Finale 1, di Dario Fiumicello
L'incontro è fissato per la mattina seguente presso un vecchio magazzino fuori citta. Luigi arriva sul posto molto presto e Santo, al rumore del suo monocilindrico, esce fuori e gli fa cenno di avvicinarsi.
Luigi scende dalla moto, appoggiandola su un muretto a secco.
I due entrano dentro senza dire una parola; La moto di Santo è poggiata di fianco ad una vecchia HRD arrugginita. Nel più totale silenzio Luigi allunga a Santo una busta con il denaro e inizia a portare la TX fuori. Non fa in tempo ad arrivare sull'uscio che Santo lo blocca:
“Ehi pezzente, queste sono solo 975 euro!”
“Lei mi deve cinquantamila lire da tanto tempo, dott. Lentini...”
A quel nome Santo strabuzza gli occhi, ma non fa in tempo a reagire che Luigi lo colpisce alla testa con il cavalletto del suo TX, staccato apposta la sera prima.
Al suo risveglio Santo si ritrova in manette nel magazzino, circondato dalla Polizia. La Vincent e la TX non ci sono più e a terra c'è solo una busta vuota con scritto “Per l'Avv. Lentini”.
Finale 2, di Nicola Palermo
Luigi. Ci provo. “Su Santo 1000 € vediamoci” Santo “Dai smonto tutto lo metto in una cassa e spedisco, naturalmente dopo che mi hai fatto il pagamento sulla mia postepay, ti mando via e-mail il numero da ricaricare”. Luigi “carta irrintracciabile, che faccio? Prendo tempo. Ok Santo inviami tutto, dammi un paio di giorni, sai 1000 € di sti tempi” dall’altra parte “Ma si”. Però, a volte la fortuna arriva, sulla scrivania la pratica di un divorzio, un ispettore di Polizia sezione informatica, e quindi: “pronto Sandro dovrei parlarti” il mattino dopo nell’ufficio di Luigi “Un software nascondeva un Pc in questo studio! Qui c’è tutto account e ID”. Posa un biglietto sulla scrivania, e va via, dopo la lettura Luigi ride, così poco dopo, Luigi su una poltrona “Buongiorno Avvocato…Santo, vorrei sistemare la mia tx 550, sa… ”
La carriera di Luigi in studio migliorò molto, e nel suo garage al fianco della tx 550 magistralmente restaurata comparve anche una HRD Vincent…
Finale 3, di Laura Anastasi
Fissato l’incontro alle venti alla stazione centrale, Luigi vi giunge in motocicletta, unico mezzo in suo possesso.
L’incredibile somiglianza tra il pavese e Sanguedolce paralizza Luigi quando li vede arrivare insieme, ma è deciso a giocarsi il tutto per tutto.
I due fratelli si avvicinano a lui minacciosi, costringendolo a consegnare la moto e a tacere, altrimenti avrebbero provveduto loro, definitivamente.
Il pavese e Sanguedolce, si allontanano tronfi; Luigi è ferito ma risoluto ad ottenere giustizia, attende un po’, poi entra in un commissariato e racconta i fatti minuziosamente, facendo nomi e cognomi. Ne esce fiero.
Il mattino dopo viene convocato dal procuratore capo e gli viene chiesto di confermare il contenuto delle dichiarazioni rese alla polizia e la sua disponibilità a ripetere tutto di fronte a un tribunale. Luigi è pronto.
Il procuratore, ad occhi bassi, alza la cornetta:
- Avvocato buongiorno, scusi se disturbo. Esatto… si, abbiamo il motociclista eroe. Venga.
Finale 4, Stefano Bennati
Nemmeno il tempo di ripensare a tutto ed ero già lì: una vecchia fattoria dispersa tra infiniti sterrati di campagna;senza troppi indugi entrai dal portone aperto:c'erano alcune persone sparse nel cortile, tutte diversamente abili. Ognuna di loro sembrava intenta al lavoro, presi a parlare ora al telefono ora a lavorare su pc;solo una di loro mi venne incontro camminando e disse: "è la'", indicando un vecchio garage ormai nascosto dall'edera.Lo riconobbi subito, era il pavese! Pagai i mille euro e mandai a ritirare la moto dopo alcuni giorni,felice di aver contribuito a finanziare l'associazione "gatta secca", avvocati no-profit che difendono i motociclisti vittime di incidenti stradali. Perchè quando ci investono siamo lasciati come gatti secchi a bordo della strada.
Finale 5, di Marcus '52
I mille in contanti. Gatta secca.
Dall’archivio dello Studio Luigi stampa su carta intestata la lista delle truffe. Poi chiama Marco, amico Appuntato della Finanza (e pilota di un 3 ½ epico): becchiamo il Pavese e poi dal Giudice!
Vecchio lindo magazzino: di fianco al TX un pallido Pavese, davanti la carta intestata. Reazione inattesa. Gatta secca di quella meretrice! Sanguedolce delle mie scatole lo dovevo capire dal nome che mi avresti fottuto! E via di peggio. Alle urla Marco entra (in divisa) ed il Pavese stramazza.Muoia l’infame con me!
E salta fuori il magazzino di moto d’epoca che neanche in Paradiso, con tutti i (poco) legittimi libretti intestati allo Studio Sanguedolce & Partners. Solo la Vincent legalmente acquistata, oltre ad un CB750 bello da piangere… Ora lo stimato avvocato Russo, titolare della Sanguedolce&Partners, ogni mattina avvia la Vincent al primo calcio ed il Maresciallo Caputo alterna, con commossa equità, il 3 ½ al CB. Due insieme non è possibile: c’è un limite a tutto.
Finale 6, di Claudio Miloro
A questo punto non c’è tempo per pensare, il sogno di tutta una vita, farla pagare al Pavese, è lì a portata di mano… Organizzo un appuntamento per perfezionare la compravendita e poi… E poi? Giustizia umana o punizione divina? Carabinieri o uno scorrettissimo ma impagabile fracco di mazzate all’ignobile? All’incontro fissato per l’indomani, convintissimo di far da giudice e carnefice, si presenta un vecchio signore, praticamente l’ombra dell’elegantone di tanti anni prima… Le certezze diventano dubbi, lui afferma di essere molto malato, io mi intenerisco e decido di soprassedere anzi… aggiungo 200 € alla cifra! Gli auguro una pronta guarigione, quindi carico la moto da cannibalizzare sul mio furgoncino e mi avvio verso il mio garage.
Inizio a smontare la moto per recuperare i pezzi e… il Pavese ha colpito ancora, il blocco motore è pieno di sabbia, praticamente nulla di utilizzabile!
Ma se un truffatore avesse l’aspetto di un truffatore, ti lasceresti truffare?
Finale 7, di Gianluca Ferri
Un brivido mi attraversò ogni centimetro della pelle, e senza indugi gli risposi ok la prendo! Con voce soddisfatta organizzammo l’incontro per il lunedì successivo.
Quella sera prima di alzarmi dalla scrivani provai a cercare di altre truffe messe in atto dall’Avv. Lentini, Santo, Il Pavese. Erano passati 12 anni ma le sue abitudini erano rimaste invariate, in pochi minuti avevo decine di contatti di persone che avevano fatto “affari” con Lui, fregature delle più svariate, c’era anche un certo Max alla ricerca della sua TX550, lasciata a Santo per provarla e mai tornata.
Per quell’incontro diedi le stesse indicazioni a tutti quei contatti di cui avevo avuto risposta, si si anche il Max con il quale siamo rimasti amici per amore dell’TX.
Io rimasi a distanza seduto sulla mia moto a gustarmi quella strana scena, mi bastò lo sguardo del Pavese quando si rese conto di essere accerchiato da tanti “non Amici” per ripagarmi di quelle 50 mila lire da cui tutto ebbe inizio.