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Gli elementi di una curva
Prima di iniziare ad affrontare le traiettorie vere e proprie, voglio far chiarezza su alcune terminologie che vengono usate spesso nel mondo del motociclismo. Comprendere certi concetti è fondamentale per saper prendere una decisione mentre si guida, quindi studiamo brevemente come si compone una curva, pur senza sconfinare nella topogragfia.
La larghezza della pista
È un concetto elementare e si riferisce alla larghezza della sede stradale che può ospitare il transito dei mezzi (che siano auto o moto). È importante sapere quanto misura la larghezza della pista e se in alcuni punti questa diminuisca o aumenti.
Raggio della curva
Per definizione una curva è l’elemento che unisce due tratti rettilinei. Immaginate una curva come un arco di circonferenza, i cui estremi sono tangenti all’arco stesso e costituiscono i tratti rettilinei. La curva più semplice è minore o uguale ai 90°, come mostrato in figura 1: potete notare i due tratti rettilinei, la curva (in questo caso pari a 90°) e il raggio che la determina.
Curve di raggio diverso
Le curve però non hanno tutte un solo raggio (e per fortuna diremmo...), bensì possono averne diversi. In questo caso la tecnica di guida deve obbligatoriamente cambiare, così da poter seguire una traiettoria più proficua. Nella figura 2 potete vedere la rappresentazione di una curva con due raggi di curvatura. Che possono crescenti o decrescenti.
Via di fuga
Non tutte le ciambelle riescono col buco e non tutte le curve riescono bene. Può capitare che valutiate male gli spazi di frenata e che non riusciate a fare la curva: poco male, la pista è più sicura della strada anche per questo, infatti non troverete un guard-rail ad attendervi, ma una via di fuga. Quest'ultima è uno spazio progettato in modo da consentire il rallentamento delle moto, solitamente realizzato in sabbia e ghiaia fine (o in asfalto). È una parte della pista che è meglio conoscere il meno possibile, ma è sempre meglio che un ostacolo fisso.
Il cordolo
Il cordolo è un altro elemento che dovete imparare a conoscere, anche se la sua colorazione spesso rende le cose molto facili. È una sorta di delimitatore della sede stradale, posizionato con diversi fini, e caratterizzato da forme e altezze variabili. Balza rapidamente all’occhio perché ha una colorazione alternata: spesso è bianco e rosso, ma non mancano quelli di colore bianco e giallo e altre varianti. Normalmente è scalinato, pertanto non è molto comodo affrontarlo in moto. Per voi deve essere territorio off-limits, almeno per ora. Considerate che i cordoli, in ogni caso, non offrono lo stesso grip dell’asfalto, ma anzi provocano scompensi della ciclistica (figura 3), mentre in condizioni di umido equivalgono a salire su una rampa di lancio. Spesso vengono usati proprio per evitare di allargare eccessivamente le traiettorie, come nel caso della Variante Ascari del Circuito di Monza, dove il salto sul cordolo, sebbene possibile, vi obbliga a controllare gli scuotimenti del manubrio.
Il punto di corda
Il punto di corda di una curva, o semplicemente “la corda”, è il punto che voi e la vostra moto raggiungete quando siete più vicini al centro della circonferenza che “disegna” la curva. È molto importante imparare a scegliere correttamente la corda di una curva, perché da essa dipende il resto delle vostre traiettorie. Nelle figure i punti di corda sono rappresentati da un “pallino” colorato.
La curva standard
È una curva semplice, che non prevede un raggio variabile, né una variazione del profilo altimetrico. Immaginate una curva che non sia superiore ai 90°. Anzi, non limitatevi a immaginarla, guardatela in figura 4: dalla rappresentazione potete notare, oltre al cordolo e alla linea di mezzeria (che non troverete in pista), anche l’indicazione del raggio sul quale la curva stessa è costruita. In tutte le curve che affronterete nella vostra vita, anche le più complesse, sarà possibile definire uno o più raggi di curvatura: più tale raggio è ampio e più la curva può essere affrontata velocemente (a parità di condizioni di fondo e atmosferiche).
La curva a doppio raggio
Le curve, dicevamo, non sono però tutte uguali e non parlo solo del raggio di curvatura; ce ne sono alcune (che si incontrano anche su strade pubbliche) che sono generate da più archi di circonferenza, vale a dire che hanno più raggi di curvatura. La figura 5 ne è un esempio.
Ipotizzando di percorrerla da sinistra a destra, in senso orari quindi, occorre fare molta attenzione: nella prima parte, caratterizzata dal raggio più ampio, è possibile mantenere una determinata velocità, ma in prossimità del secondo raggio di curvatura è necessario rallentare, poiché la curva chiude all’improvviso.
La traiettoria
Visto che dobbiamo affrontare l’argomento delle traiettorie, iniziamo proprio dalla curva standard. Normalmente una curva va affrontata con una configurazione largo-stretto-largo, riferita al modo in cui si approccia la svolta: appena prima della curva resto largo (traiettoria blu di figura 6), quindi passo stretto sul cordolo in prossimità del punto di corda per tornare largo in uscita di curva.
La traiettoria rossa rappresentata in figura è chiaramente sbagliata. Analizziamo il perché: il pilota si avvicina alla curva senza restare “largo”, ossia vicino al cordolo esterno, cosa che lo costringe ad anticipare il punto di corda, allargando la traiettoria per finire piuttosto largo in uscita, dove non può sfruttare lo spazio residuo per cercare la massima accelerazione.
Nella Figura 7, invece, potete notare che nonostante il raggio della curva (rappresentato in colore arancio) sia piuttosto contenuto, la traiettoria scelta ci permette di ridefinire un nuovo raggio di curvatura (di colore azzurro), ben più ampio del precedente, che ci permette quindi una velocità maggiore..
La curva a raggio variabile
Probabilmente vi sarà capitato, anche in auto: effettuate l’inserimento in una curva e, a un tratto, dovete ridurre la velocità, perché la curva “chiude” improvvisamente. Benvenuti in una curva a raggio variabile! A differenza di quella descritta in precedenza, questo tipo di curva ha due o più raggi che la determinano, obbligandovi a una variazione della velocità per evitare di uscire di strada.
Già, ma che cosa viene dopo?
È la regola aurea della guida in pista, quindi non dimenticatela: dovete sempre guidare in funzione di ciò che viene dopo, vale a dire della curva che si presenta subito dopo quella che state affrontando. Se in uscita da una curva vi vien voglia di aprire il gas per uscire in piena accelerazione e lambire il cordolo esterno, buon per voi, a patto che la curva successiva non sia vicina e nel senso opposto. Un esempio è dato dalla curva del Correntaio, al Mugello.
La figura 8 mostra due esempi di traiettoria: quella blu è corretta, in quanto in essa il pilota ignora il punto di corda della prima “mezza curva” per puntare alla seconda, che è più lenta. In questo modo può sfruttare la prima parte della curva per ritardare la frenata, chiudendo quindi la corda della seconda.
La traiettoria rossa invece rappresenta un tipico errore: il pilota, vedendo il cordolo, decide di aggredire la corda della prima curva, con il risultato di trovarsi troppo veloce e completamente fuori linea per affrontare la parte più lenta. In questo caso dovrà raddrizzare la moto per rallentare e forzare molto la curva, perdendo tempo prezioso. Provate ora a osservare la Figura 8 invertendo il senso di marcia dei piloti: una curva con più raggi di curvatura, infatti, può anche essere ad aprire, vale a dire con il raggio più veloce in fase di uscita. La sostanza non cambia: dovete guidare in funzione del raggio di curvatura più piccolo, quindi la traiettoria blu rappresenta ancora il miglior compromesso!
Furio Piccinini*
Il libro "La guida in pista", edito da Hoepli, è disponibile a questo link
* Furio Piccinini, classe 1976, è l'autore del volume “La guida in pista”, che verrà sviscerato in una serie di puntate su Moto.it, ma se avete fretta potete andare in libreria o collegarvi al sito dell'editore Hoepli e acquistarlo. Piccinini ha collaborato come istruttore di guida con diverse scuole di pilotaggio e circuiti italiani. Attualmente prosegue nell’insegnamento delle tecniche di pilotaggio presso varie piste.