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Special Mr. Martini, Verona: una location suggestiva e d'eccezione, non poteva essere altrimenti, per degli ospiti d'eccezione: l'Ing. Piero Laverda, il suo team, le sue moto.
Una serata all'insegna della passione, più che mai, e della storia. Una storia iniziata nel 1949, quando proprio in questo periodo, a metà ottobre, Francesco Laverda fonda a Breganze la Laverda Moto.
La prima motocicletta vede la luce l'anno seguente, nel 1950. E' la Laverda 75, seguita poi dalla 100, entrambe subito catapultate nel mondo delle competizioni, dove l'azienda vicentina non attende a farsi conoscere.
Nel 1958 arriva il Laverdino 48, pochi anni dopo la Bicilindrica 200.
La fine degli Anni '60 vede la produzione del marchio arancio spostarsi su cilindrate più alte con la Laverda 650 prima, e con la Laverda 750 poi, che diventerà SF dal 1970 al 1976.
Indimenticabile la bellissima 750 SFC, la versione per le competizioni, regina tanto nelle gare di regolarità quanto in quelle di velocità.
Fino ad avvicinarci pian piano a quello che è stato il tema della nostra serata veronese ma... andiamo con ordine.
Gli Anni '70 segnano il debutto delle moto di grossa cilindrata ed è allora che arriva la mitica Laverda 1000 nelle sue svariate declinazioni: la Jota, la 3C, la RGS e poi lei, la nostra rumorosa star della serata, la Laverda 1000 6 cilindri.
Un azzardo? Sì, sulla carta. No, a sentire l'amore con cui ancora ne parla l'Ing. Laverda. No, a sentirla cantare col suo vocione che in un secondo ha ammutolito la platea.
Un progetto tanto amato quanto difficile, per la Casa italiana: un propulsore a V di 90°, 995 cc, 140 cavalli a 11.800 giri, una velocità di punta spaventosa e un difficile rovescio della medaglia: gomme e freni non adatti a sopportare e supportare la potenza della moto, peso eccessivo, troppo stress per l'albero della trasmissione.
La 1000 6 cilindri scende in pista solo per il Bol d'Or del 1978, con in sella il nostro Nico Cereghini, costretto a ritirarsi proprio per un problema all'albero della trasmissione.
Negli anni seguenti le regole dell'Endurance andarono ad escludere le moto con più di 4 cilindri e il progetto V6 venne inevitabilmente accantonato.
Ma mai dimenticato. Nè dai suoi ideatori, né tantomeno dagli appassionati: eravamo in tantissimi ad ascoltare la storia di questo ambizioso progetto italiano, tant'è che l'ing. Piero Laverda, persona meravigliosa e appassionato vero, ha promesso di ripetere l'evento per chi non fosse riuscito a prender posto.
Vi assicuro che ascoltare questi aneddoti e tanti altri particolari super tecnici direttamente dalla sua voce... è tutta un'altra storia.
Per questo non vi svelo di più, e vi invito a partecipare al prossimo appuntamento con Laverda da Special.
Grazie a tutto il Team Laverda, presente con altre due moto oltre alla bella millona, a Mr. Martini, al suo staff e agli occhi incantati di tutti gli appassionati!