Il casco di Easy Rider è all'asta ma non riceve offerte

Il casco di Easy Rider è all'asta ma non riceve offerte
L'asta per il Bell usato nelle riprese di Easy Rider non ha riscosso il successo sperato e non sono state registrate offerte adeguate. Perché?
27 dicembre 2024

Tecnicamente io appartengo alla Generazione X, essendo nato nel 1970. É giusto ricordarlo, anche perché talvolta la parola boomer è associata a un non so che di vagamente sprezzante che onestamente non condivido e che poi, per osmosi o per sineddoche, è arrivato a contagiare quelle persone che sono la memoria storica dell'Intellivision, di Goldrake e delle Stratocaster pre-CBS. Non c'è nulla di male a essere boomer, che per inciso è quella generazione che è nata tra il 1946 e il 1964.

 

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La stessa generazione che ha partorito un film seminale, epocale, che ha aperto la strada ai road movie e che ha quasi traslato dai deserti del centro America (che poi in alcuni casi erano quelli spagnoli di Bardenas) e dai western il mito americano, per portarlo nelle strade della California fino a New Orleans: Easy Rider, il capolavoro che debutta nelle sale nel 1969. Pellicola che avrò rivisto almeno tre volte per intero, ma che da molti anni non riesco più a guardare dall'inizio alla fine, nonostante io sia un appassionato motociclista, un amante della musica di quegli anni (ho consumato le dita a furia di suonare Born to Be Wild, brano sul quale ho imparato il palm mute) e un divoratore di contenuti a tema moto.

Forse sta proprio qui la ragione dell'insuccesso della recente asta che ha messo in vendita il casco Bell Toptex utilizzato da Peter Fonda durante le riprese e che vediamo anche, con la sua verniciatura Stars&Stripes, sul sellino posteriore della Capitan America, il mitico chopper hard tail, la Harley-Davidson Panhead protagonista del film e che ne è un simbolo. La base d'asta per il casco era di 25.000 dollari e la vendita era proposta da Heritage Auctions che però ha dovuto registrare la mancanza di offerte congrue e il prop è attualmente "unsold".

Certo 25.000 dollari - senza nessuna banana appiccicata con il nastro americano, perdonate l'ironia - non sono una cifra di poco conto per un casco che vedremmo bene in un ristorante Planet Hollywood (tanto per restare in tema boomer) o a casa di un ricco appassionato di moto e cinema, ma non c'è dubbio che in tempi diversi forse ci sarebbe stato un discreto rialzo e si sarebbe potuta realizzare anche una cifra maggiore; eppure alla fine il mitico - ma attualmente un po' comprensibilmente invecchiato - casco calzato da Wyatt non ce l'ha fatta a trovare un proprietario, nonostante sia rimasto fino a tempi recenti in possesso esclusivo di Len Marsal, assistente alla regia/regista coinvolto nelle riprese, e non sia mai stato messo all'asta in precedenza.

Da boomer, non capisco fino in fondo le cause di questo insuccesso e provo a spiegarmele, facendo ipotesi; è probabile che una delle motivazioni di questo scarso interesse stia nel fatto che i tempi sono cambiati: Easy Rider è stato un spartiacque, qualcosa di mai visto prima. Costato 400.000 dollari, ha incassati 60 milioni (del 1969!) ma i temi narrati forse oggi sono poco attuali e interessanti perché a guardarlo con gli occhi della generazione Z il film rischia di non essere avvincente e di perdere la partita con le innumerevoli serie in streaming o, persino, contro qualche contenuto su YouTube o sui social proprio sul campo della trasgressione, della dopaminica ricerca dell'emozione e del mito. Le contraddizioni di oggi non sono certamente le stesse dell'America degli anni '60 e le ribellioni post pandemia non hanno gli stessi bersagli di quelle vive quando era era al potere Nixon.

Temi difficili, prova ne sia che della annunciata lavorazione di un reboot - ad oggi - si sono perse le tracce, forse perché non è semplice accostarsi a un'opera costata un lungo lavoro di montaggio della quale la maggior parte dei 20/30enni non ha quasi sentito parlare. Del resto il prequel del 2012 non ha certo ricevuto quel successo stratosferico che tanti si attendevano, la stessa Born To Be Wild fa parte di un genere di musica, diciamocelo, che non è certamente più popolare di quanto non fosse fino ai '90.

Se la vediamo così, chi spenderebbe 25.000 dollari per un oggetto che avrebbe perso parte della sua allure mitica? Probabilmente un collezionista nostalgico o un lungimirante appassionato, qualcuno in ogni caso capace di apprezzare l'unicità di questo casco (ancora più unico dopo il falò di Captain America alla fine del film) e di quanto sia in realtà una reliquia di un modo di intendere la controcultura che oggi avrebbe bisogno di essere spiegato. Inoltre la traiettoria del valore collezionistico di un oggetto di scena del 1969 è probabile fosse nel suo picco qualche anno addietro, quando il Bell di Wyatt poteva ingolosire coloro che nel 1969 erano adolescenti o sotto i 30 anni d'età. Siamo sicuri, può aver pensato il collezionista attratto dal casco, che nei prossimi anni possa rivalutarsi? Lo so, sono discorsi da boomer.

E, a proposito di copricapo battuti a valori da capogiro, poco tempo fa il cappello indossato nelle riprese di Il Mago di Oz da Margaret Hamilton è stato battuto a quasi tre milioni di dollari, il celebre berretto di Indiana Jones ha sfondato i 600.000 dollari nel 2018 e un altro casco, ma in questo caso di Darth Vader, è stato battuto nel 2019 a oltre 1,1 milioni di dollari. Allora, perché il casco di Easy Rider è rimasto invenduto?

 

 

 

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