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Uno dei più evidenti indicatori dell’appartenenza di un motociclista alla species fighettum è la sua totale incapacità di stimare un prezzo minimamente sensato per le moto delle quali vorrebbe divenire proprietario. Il motociclista fighetto è, infatti, soggetto ad un peculiare fenomeno di dissociazione in grado di renderlo completamente estraneo a qualsiasi logica di mercato (c.d. “fuori da ogni grazia di dio syndrome”) e facile preda dei più spietati tra i preparatori della giungla custom.
La patologia in questione porta, in un primo momento, a sottostimare del tutto i costi connessi alla realizzazione di una special. Girate per Milano con una BMW completamente rifatta e prima o poi qualcuno si offrirà di comprarla per mille e cinquecento Euro. A niente varrà far presente che solo per la moto ne servirebbero almeno il triplo, lavori esclusi. Agli occhi dell’aspirante fighetto starete parlando arabo.
L’esperienza, tuttavia, è in grado di insegnare qualcosa anche a chi, fino a quel momento, ha preferito muoversi in skateboard, piuttosto che su due ruote. Ed è proprio quello il momento in cui l’entusiasmo rischia di giocare brutti scherzi al futuro biker e al suo portafogli. Basta poco, infatti, perché si passi da un eccesso all’altro. Così, se fino a poco tempo prima l’idea che una moto potesse costare più di mezzo stipendio non aveva mai sfiorato il futuro proprietario di cafe racer, ecco che, d’improvviso, il nostro comincerà a ritenere del tutto legittime richieste degne di una vincita alla lotteria.
D’altro canto, se alcune tra le più note officine pretendono cifre del genere, perché mai non fidarsi di loro? Del tutto inutile, anche in questo caso, sarà far presente che le stesse quattro moto, dello stesso preparatore, sono in vendita da oramai cinque anni – nonostante la visibilità ultra planetaria ottenuta grazie ai post dedicatigli da un autorevole blog australiano – e che, insomma, un motivo ci dovrà pur essere. Niente da fare. Oramai rapito da un compulsivo impulso all’acquisto il futuro fighetto spenderà in ogni caso una cifra da capogiro.
Nella migliore delle ipotesi, infatti, acquisterà proprio il modello in vetrina da più di un lustro – sebbene voi abbiate fraternamente cercato di fargli capire che mai e poi mai potrà legalmente circolare con quella moto, che un’emerita cippa è il valore attribuibile a gran parte della componentistica adottata e che non riuscirà a recuperare più di un quinto dei soldi spesi, se un domani dovesse metterla in vendita.
Nella peggiore, al contrario, si ritroverà a comporre il numero di quel gran genio del suo amico perché, con una foto in mano, gliene faccia una uguale a quella che ha visto. Sarà in quello stesso momento che, dall’altra parte della città, come mosso da un’inspiegabile epifania, un meccanico varcherà la soglia di una desolata agenzia viaggi per prenotare la sua prima crociera. Neppure lui saprà spiegarsi il perché ma quello che è certo è che in qualche modo i soldi non saranno un problema. Di lavoro dovrebbe arrivarne.