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Il ranch di Valentino Rossi ospita questa settimana il VR46 Master Camp, un corso intensivo di guida con sessioni di sterrato e motocross, frequentato regolarmente da giovanissimi piloti che stanno muovendo i primi nelle corse e vogliono migliorare la tecnica di guida. Con maestri come Franco Morbidelli, Marco Bezzecchi e Marco Belli.
I selezionati per questa edizione, in programma dal 7 all'11 giugno, sono stati i tailandesi Passkon Sanluang (19 anni) e Worapot Thongdonmaun (16), Satya Mahendra (15) dall'Indonesia, Muhammad Asri (18) dalla Malesia, e un giovane pilota giapponese di 18 anni dal cognome illustre: Maiki Abe, il figlio del mitico Norifumi.
Nori Abe è stato modello e fonte di ispirazione per il giovanissimo Valentino; era nato a Tokyo nel ’75, purtroppo è scomparso nell’ottobre del 2007 per le conseguenze di un gravissimo incidente stradale con lo scooter, provocato da un camionista nella città di Kawasaki. Dopo aver vinto il titolo nazionale delle 500 a soli diciotto anni, Nori era la grande speranza del motociclismo nipponico.
Noi tutti lo vedemmo in azione per la prima volta a Suzuka nel Gran Premio del Giappone del 1994: sconosciuta wild card della 500, settimo in qualifica, per tutta la corsa Abe lottò come un leone nel gruppo di testa, con Doohan e con Schwantz che quel giorno vinse. Norifumi - alto e magro sulla sua Honda rossa, i capelli lunghi che uscivano dall’integrale - cadde a due giri dalla fine. Ero io il telecronista, la passione era alle stelle, chissà cosa avrebbe potuto combinare, un pilota così nell’arrivo in volata!
Valentino aveva quindici anni e ne fu molto colpito. Tanto da diventare “Rossifumi”, con tanto di scritta sulla tuta di pelle, sotto il classico diavolo rosso. E come Rossifumi Vale vinse il suo primo titolo mondiale nel ‘97.
Maiki Abe aveva tre anni quando il padre morì. Il nonno paterno, Mitsuo Abe, da allora continua a dirigere la squadra che suo figlio aveva creato poco prima della morte, il Team Norick Yamaha. In questa struttura Maiki ora vuole debuttare nel campionato giapponese di velocità. E poi, se possibile, passare alle gare internazionali.
"Il livello dei piloti qui al Master Camp è molto alto, sono entusiasta di fare tutte queste attività - ha detto il figlio di Norifumi Abe - e dal secondo giorno ho guidato bene. In Giappone mi alleno abitualmente su piste di sabbia, qui è tutto nuovo ma ho dei maestri eccezionali”.