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Ricordate il Tokio Motor Show? Bene, da quest'anno cambia nome e, in parte, attitudine visto che quello che aprirà i battenti il 26 ottobre a Tokio (organizzato come sempre da JAMA, acronimo che sta per Japan Automobile Manufacturers Association) si chiama adesso Japan Mobility Show 2023, un evento che si rivogle in modo esplicito verso le nuove e futuristiche tecnologie legate alla mobilità, con una certa attenzione anche all'elettrico e ai carburanti alternativi.
Moto.it ci sarà - ospite di Suzuki, è giusto sottolinearlo - per buttare uno sguardo verso "La Moto del Futuro" che, per inciso, è anche il nome di uno dei talk del nostro prossimo Motofestival dove faremo il punto - insieme ad autorevoli esperti - su tecnica e design della moto dei prossimi decenni.
Trazione elettrica e carburanti alternativi sono argomenti caldissimi in questi anni, con una sorta di fermento nato anche dalle necessità della mobilità, dalla vivacità delle aziende su questi temi, che ai futuri obblighi normativi che imporranno - in tempi e modalità ancora in fase di modulazione - l'abbandono dei carburanti tradizionali o l'ingresso della trazione elettrica su grande scala.
Le Aziende non si stanno facendo cogliere impreparate: ve lo raccontiamo da anni qui su Moto.it dove seguiamo l'evoluzione della mobilità e vi riportiamo tutte le novità su moto e scooter elettriche o - notizia degli ultimi giorni - a trazione ibrida; certamente a Tokio vedremo l'orizzonte di quello che ci attende nel prossimo futuro, anche da parte di Suzuki che ha già da qualche tempo stabilito la propria road map, con la decisione comunicata qualche mese fa di introdurre una motorizzazione EV nell'anno 2024, per i motoveicoli utilizzati per il commuting, cui seguiranno altri 8 nuovi modelli entro l'anno 2030 con una percentuale di motorizzazioni EV del 25% nella sua line-up. Tuttavia, per quanto riguarda le motociclette di grandi dimensioni per il tempo libero, si valuta l'adozione di carburanti a zero emissioni e, come sembra ormai piuttosto chiaro, l'opzione idrogeno è sul tavolo.
Ve lo raccontiamo anche perché proprio a Tokio avremo certamente l'opportunità di incontrare due modelli che possono realmente essere seminali per tutta la futura produzione Suzuki: il Burgman elettrico e il Burgman a idrogeno.
Il primo si chiama e-Burgman ed è nato ad aprile 2023: è uno scooter che adotta lo standard di batterie intercambiabili Gachaco. Più che un mezzo orientato alla produzione l'e-Burgman è un laboratorio viaggiante usato per raccogliere dati sulle motociclette utilizzate quotidianamente per spostamenti casa-lavoro e acquisti, con lo scopo di utilizzare questi dati il futuro sviluppo delle motociclette elettriche.
Il secondo è piuttosto intrigante, ma ha bisogno di una premessa: l'idrogeno è solo una delle opzioni di Suzuki - quantomeno al momento - per quello che riguarda i carburanti alternativi, ambito dove sta conducendo ricerche e stipulando partnership per la produzione di etanolo e biogas, mentre per l'idrogeno ha in attivo una collaborazione con Kawasaki, Honda e Yamaha (anche loro presenti al Japan Mobility Show) che ha dato vita all'associazione di ricerca tecnologica HySE (Hydrogen Small Mobility & Engine Technology) per lo sviluppo di motori alimentati a idrogeno per la piccola mobilità.
Uno dei primi frutti di questo indirizzo è lo scooter Hydrogen Engine Burgman, un concept, basato sul Burgman 400 ABS in questo caso dotato di un serbatoio di idrogeno da 70 MPa e di un motore a idrogeno: al momento non sappiamo di più ma siamo certi che quando saremo a Tokio potremo darvi molte altre informazioni su autonomia, costi, potenza e sviluppi futuri.
Accanto a questi due veicoli, Suzuki poterà al Japan Mobility Show 2023 anche un ciclomotore elettrico - l'e-Choinori, con una motorizazzione equivalente a 50 cc - e una bici pieghevole a motore elettrico: si chiama e-PO, ed è un mezzo elettrico pieghevole equivalente a un 50cc, sviluppato in collaborazione tra Suzuki e Panasonic Cycle Technology che utilizza le batterie e propulsioni delle ebike. L'e-PO è più potente rispetto alle ebike a pedalata assistita e può essere guidato anche senza pedalare, come un normale scooter, grazie alle tre modalità di guida: completamente elettrica, assistita e a pedali.
Certamente non saranno veicoli di immediata produzione, ma costituiscono una base sulla quale intavolare un dialogo con il mercato per capire meglio come - e se - un certo tipo di motorizzazione o di alimentazione può costituire la soluzione a determinate richieste di mobilità: noi andiamo a Tokio pieni di curiosità.