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Ogni nostra attività ha delle conseguenze per il pianeta. La consapevolezza di lasciare un impronta sulla nostra Terra, però, dovrebbe portarci ad assumere comportamenti sempre più virtuosi e meno nocivi. Questo è quanto ci si sta prefiggendo di ottenere con la transizione energetica nel mondo dei trasporti, ma, come sappiamo, non si tratta di un passaggio né indolore né a costo zero. In particolare le attività di estrazione mineraria sono spesso sotto accusa e si tratta sicuramente di un problema noto al quale si cercano delle soluzioni che, però, al momento non sono ancora industrialmente percorribili. "L'estrazione mineraria su larga scala comporta danni sociali e ambientali" afferma uno studio effettuato presso l'Università della California e riportato a gennaio da The Guardian e più recentemente anche da Visordown. Questi effetti collaterali indesiderati possono includere un aumento dell'intensità della siccità e la riduzione della biodiversità.
Secondo lo studio negli Stati Uniti "il 79 percento dei depositi di litio noti si trova entro 35 miglia dalle riserve dei nativi americani" e le operazioni minerarie vengono spesso avviate senza ottenere il permesso degli indigeni della zona. In questo, la nuova era della propulsione elettrica segue uno schema già noto ai tempi dei pozzi petroliferi.
Si evidenziano perciò problemi sia ambientali sia sociali riguardanti l'estrazione mineraria, ben noti ed evidenti soprattutto al di fuori degli Stati Uniti in paesi come il Cile e l'Argentina che sono diventate i serbatoi del Litio occidentale.
Per avere veicoli meno inquinanti non solo all'atto delle emissioni locali ma nell'intero ciclo produttivo bisognerebbe dunque che questi utilizzassero meno litio possibile in quanto la sua estrazione non è al momento una pratica sostenibile. Invece l'industria dell'auto propone auto grandi e pesanti con grosse batterie e spesso poco efficienti anche dal punto di vista aerodinamico. Come sostiene lo stesso studio dell'Università della California dovremmo invece cambiare approccio al trasporto e passare da una mobilità principalmente privata ad una sempre più pubblica o di piccole dimensioni. Questo perché nel caso della e-bike o dell'autobus elettrico, la quantità di litio richiesta per spostare un singolo individuo è di gran lunga inferiore rispetto ad un'auto e ancor di più chiaramente se l'auto è di grandi dimensioni come è perfettamente spiegato dall'infografica de The Guardian che riportiamo qui sotto:
Dovremmo dunque tutti ripensare non solo il modo in cui ci spostiamo ma anche gli spazi cittadini. In altri termini, se ancora non fosse chiaro, siamo di fronte ad un cambiamento epocale che va interpretato come una grande opportunità per raddrizzare la nostra direzione di marcia, prima di andare a sbattere contro un muro come sentenziava il filosofo Serge Latouche qualche anno fa.
Veicoli più piccoli e individuali e agglomerati urbani più piccoli rendono più facili, meno dispendiosi e più ecologici gli spostamenti. Minimizzare l'energia utilizzata per individuo e massimizzare la capacità di ciascun veicolo di trasportare passeggeri dovrebbero essere gli obiettivi con cui si progettano i trasporti pubblici e privati.
"I nostri risultati", afferma sempre lo studio, "mostrano che la riduzione della dipendenza dai veicoli privati, la densificazione delle periferie a bassa densità consentendo a più persone di vivere negli spazi urbani esistenti ad alta densità e il miglioramento dell'efficienza dei veicoli elettrici e la riduzione delle dimensioni della batteria sono i percorsi più efficaci per ridurre la futura domanda di litio”.
Nello scenario più virtuoso prospettato manca però una componente che noi motociclisti conosciamo bene, ovvero il piacere di muoversi, guidare, viaggiare. E non si tratta di un'esigenza solo nostra di amanti delle due ruote motorizzate. Si tratta proprio dell'esercizio di una libertà individuale perché non ci si sposta solo per raggiungere un luogo di lavoro, ma anche e molto per altre attività che riguardano la nostra persona. Va bene utilizzare il mezzo pubblico collettivo che sia bus, tram, metropolitana o treno, ma come la mettiamo quando vogliamo semplicemente andare dove... vogliamo? Lo studio sembra sorvolare su questo aspetto ed è una mancanza a nostro avviso molto grave. Non possiamo ridurre il mondo dei trasporti al semplice spostamento dall'area urbana all'area suburbana e viceversa perché si tratta di una semplificazione eccessiva che non tiene conto di molte altre esigenze di spostamento. Per questo siamo sempre più convinti che le proposte della mobilità leggera offerta da e-bike, scooter e moto siano da considerare una grande risorsa per il futuro non solo in ambito urbano ma anche quando si parla di viaggi di piacere. Per quanto riguarda le quattro ruote, invece, bisognerebbe puntare sull'efficienza, sul contenimento di peso e dimensioni della batteria oltre che sul rendere sempre più consapevole il consumatore nella scelta dell'auto giusta per le proprie esigenze.
L'impatto ambientale dell'estrazione del litio è uno dei temi più scottanti della transizione energetica e spesso viene usato da detrattori dell'elettrico per difendere le proprie tesi e lo status quo. Purtroppo la soluzione non è rimanere dove siamo per quanto potrebbe far comodo a molti. Il passaggio ad una nuova consapevolezza ed una nuova mobilità è obbligatorio. Le conseguenze dell'estrazione petrolifera sono ancora più devastanti come riporta sempre Visordown: l'Offshore Petroleum Regulator for Environment and Decommissioning ha rilevato che "poco meno di 13.000 tonnellate di petrolio sono state rilasciate nelle acque del Regno Unito dall'industria petrolifera e del gas", tra il 2017 e 2022. Tra le prime cinque società petrolifere non ce ne sarebbe una che non abbia superato il limite consentito per il petrolio fuoriuscito, secondo Offshore Technology.
Come abbiamo ricordato all'inizio, non c'è attività umana che non lasci un'impronta ambientale. Le conseguenze dell'estrazione del litio non fanno scomparire quelle dell'estrazione, raffinazione e combustione del petrolio. Si tratta però di una nuova sfida che va affrontata e superata perché abbiamo il dovere di costruire una società migliore.