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Occorre fare chiarezza: oggi, quando si parla di guardrail salva motociclisti - o meglio dispositivo salva motociclisti DSM - non si deve più pensare alla banda gialla in materiale plastico o in gomma. Dimenticatela: questa banda appare oggi sulle barriere metalliche in qualche chilometro di strade italiane, ma non ci risulta che sia mai stata omologata. Anche se, meno di un anno, fa Anas ne magnificava le virtù...
Era il primo marzo del 2023 e in questo articolo si riportava il comunicato Anas: era stato testato con successo questo elemento modulare e flessibile, realizzato da Ecopneus con il riciclo dei pneumatici fuori uso in collaborazione con l’Università di Firenze. Sembrava una soluzione, invece è stata accantonata.
Perché diciamo che questa strada è stata abbandonata? Perché abbiamo avuto notizia che da pochi mesi, finalmente, è stata fatta una gara d’appalto - la prima in Italia - per installare la “salva motociclisti” in metallo: quel dispositivo che, progettato da un team di ingegneri dell’Anas, già nel febbraio del 2019 aveva superato i test a Bollate (Mi) sulla pista di CSI, come riportato da molti stampa e sul web.
Ci sono voluti cinque anni per arrivare all’appalto e dunque alla produzione. Tanti anni, troppi. Anche se dovete pensare che la fase dei test rappresenta soltanto la prima tappa di un lavoro complesso, quello che porta infine al rilascio delle autorizzazioni per i siti produttivi, come vogliono le norme di legge, consegnando loro tutti gli elaborati tecnici necessari a produrla. E la produzione non è una cosa semplice: ci risulta che i produttori abbiano dovuto realizzare una macchina specifica...
Esistono molti modelli di barriere d’acciaio, tutti normati a livello di sicurezza con una serie di certificazioni non semplici. Non basta progettare, produrre e installare, c’è un crash test e un procedimento di centinaia di migliaia di euro che può anche fallire. Insomma non si parla di un semplice pezzo di ferro.
Dunque, da quest’anno finalmente si è iniziato a produrre il definitivo DSM, dispositivo salva motociclisti in metallo che “dovrà” essere installato. Possiamo tirare un sospiro di sollievo? Non ancora, perché per arrivare alla fase della installazione manca un passaggio: definire gli applicativi. Ci risulta che al momento se ne stia discutendo.
Quanto tempo ci vorrà ancora, prima di vedere il DSM piazzato in modo organico sulle nostre strade, per difendere un po’ meglio coloro che da poco sono stati inseriti tra gli utenti deboli, cioè noi motociclisti? Tra fasi decisionali, appalti e subappalti, considerando i tempi della nostra burocrazia… non aspettiamoci meno di due anni.