Il Presidente della FMI Paolo Sesti, ancora impegnato per la modifica della Legge 168/2005
22 giugno 2006
LETTERA DEL PRESIDENTE FMI A TUTTI I DEPUTATI E SENATORI
Egregio Onorevole / Egregio Senatore,
in apertura della XV Legislatura, desidero esprimerLe le più vive congratulazioni da parte della Federazione Motociclistica Italiana.
La FMI, Federazione riconosciuta dal CONI ai sensi dell’art. 21 dello Statuto, gestisce lo sport motociclistico in Italia, organizzando ogni anno oltre 1000 competizioni sportive ed un gran numero di manifestazioni nel campo del mototurismo e dei veicoli storici, sia dal punto di vista culturale che sportivo. Il suo Statuto, peraltro, prevede anche l’impegno di tutelare tutta l’utenza motociclistica, ovvero motociclisti e scooteristi che utilizzano il mezzo a due ruote per passione e divertimento, ma anche tutti coloro che usano quotidianamente i motoveicoli per spostamenti legati alla loro attività lavorativa.
E’ per questo che la FMI si propone di sottoporre al Parlamento tutte le esigenze ed i problemi delle due ruote, dall’educazione stradale alla sicurezza della circolazione, alla segnaletica, dalla possibilità di circolazione per i veicoli storici ai problemi legati alla rete stradale, affiancando le Istituzioni nell’obiettivo imposto dall’Unione Europea di ridurre del 50 per cento la mortalità sulle strade, entro il 2010.
E tutto questo non solo per conto dei suoi 180.000 tesserati, ma di tutti i motociclisti.
Il primo impegno che la FMI richiede al Parlamento è la modifica della Legge 168/2005, che ha introdotto la confisca dei motoveicoli nel caso in cui si commettano infrazioni agli articoli 169, 170, 171 del Nuovo Codice della Strada. In pratica se non si indossa il casco, se si trasporta un passeggero con un mezzo non idoneo, se si guida in posizione non corretta (con un solo braccio sul manubrio), se si trasportano oggetti sporgenti dal mezzo.
Se da una parte è di tutta evidenza l’intento “moralizzatore” del provvedimento, dall’altra non se ne comprende la durezza, dal momento che per tali infrazioni si perde definitivamente la proprietà del mezzo, fra l’altro con una chiara discriminazione nei confronti degli altri utenti della strada!
Ecco perché si auspica un provvedimento legislativo che preveda quantomeno una diversa “modularità” delle sanzioni, lasciando la confisca del motoveicolo nel caso in cui lo si utilizzi per commettere un reato e disponendo invece il sequestro in tutti i casi più gravi in cui il conducente di un motoveicolo o di un ciclomotore commetta una violazione amministrativa di cui agli articoli 170 e 171 del Codice della Strada.
Con l’auspicio di un futuro confronto su tutta una serie di problemi ed obiettive esigenze delle due ruote a motore, invio i migliori cordiali saluti
Paolo Sesti
Presidente
Federazione Motociclistica Italiana