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Raggiunta la città di Lecco, punta meridionale-orientale del Lago di Como, si percorre il lungo lago sino a Colico. Da qui si seguono le indicazioni per Chiavenna, che ci porta direttamente in territorio svizzero. La prossima meta è lo spettacolare Passo del Maloja, con i suoi tornanti che si inerpicano ripidi e tortuosi come un serpente, salvo poi aprirsi sulla valle dell’Engadina.
La nostra R 1200 GS Adventure corre veloce (ma occhio ai limiti, la polizia svizzera non scherza!), specchiandosi nei quattro laghi che hanno reso questa vallata alpina una delle mete turistiche più ambite al mondo.
Ci fermiamo nei pressi di Sant Moritz per uno spuntino veloce, poi di nuovo in sella: il boxer è ancora caldo e freme all’idea di gettarsi nella mischia del più importante raduno motociclistico che lo vede protagonista.
Karl H. Gerlinger, Capo di BMW Motorrad GmbH nel 1980 e responsabile all’epoca del marketing e delle vendite, ci ha raccontato le attese derivanti da quel progetto, che all’epoca apparve a dir poco azzardato: «C’era molto in ballo quando Eberhard von Kuenheim, padre di Hendrik, ci affidò il compito di riportare BMW Motorrad sulla via del successo oppure di venderla. Grazie agli sforzi del nostro ingegnere all’epoca, Laszlo Peres, siamo stati in grado di sviluppare la G/S in soli 18 mesi: una moto assolutamente inedita per quei tempi».
Laszlo Peres, ex tecnico del reparto prove BMW, all’epoca pilota enduro, ha aggiunto: «Non avrei mai pensato che questa moto, basata su un prototipo da corsa, avrebbe avuto tanto successo. Ma ne vado fiero ancora oggi».
Alla conferenza ha partecipato anche Hubert Auriol, indimenticato campione francese della Parigi-Dakar, che si è assicurato la sua prima vittoria assoluta già nel 1981, ripetendosi poi nel 1983.
Auriol ricorda così il trionfo dell’81: «La prima vittoria alla Dakar su una moto quasi di serie fu una sorpresa per tutti, specialmente perché nessuno di noi aveva esperienza di deserto. Eravamo un piccolo team; dovevamo improvvisare moltissimo e non avevamo il supporto tecnico che c’è oggi. A quei tempi era avventura pura». Anche Jutta Kleinschmidt, che vinse la Dakar nel 1992 nella categoria femminile su una GS, ha ricordato le sue esperienze.
Charley Boorman, attore britannico, nel 2004 ha guidato una R 1150 GS da Londra a New York con Ewan McGregor in 115 giorni, percorrendo un totale di 30.395 km. Nel 2006 ha partecipato alla Parigi-Dakar. «Per me è stato un sogno divenuto realtà. Questi viaggi sulla GS mi hanno cambiato la vita».
Questa bella chiacchierata coi protagonisti della storia GS è avvenuta al cospetto delle moto gelosamente custodite presso il museo BMW di Monaco. Ci siamo rifatti gli occhi sui primi G/S (compreso il prototipo portato in gara con successo da Perez), e siamo rimasti a bocca aperta davanti alle moto protagoniste della Dakar con Gaston Rahier e il compianto Richard Sainct. Guardando questi esemplari, emerge ancora più nitido lo sforzo tecnologico compiuto dall’azienda tedesca per proporre delle moto sempre innovative e funzionali. Si passa così dal Monolever del 1980 al Telelever del 1994 (visto per la prima volta però sulla RS del 1993); e si arriva ai giorni nostri, in cui la GS fa sfoggio di un’evoluta gestione elettronica al servizio della sicurezza attiva (sospensioni ESA regolabili elettronicamente, ABS e controllo di trazione ASC).
Se vi piacciono le boxer della BMW, fate un viaggio virtuale a Garmisch nella nostra fotogallery a destra.
La saga non finisce nel 2010, tutt’altro. Hendrik von Kuenheim annuncia due eventi davvero significativi per gli appassionati della GS.
In primis ci svela che gli ingegneri tedeschi stanno lavorando sodo sull’erede della R 1200 GS, tanto da dichiarare che per i prossimi 10 anni la concorrenza avrà il suo bel da fare per tenere il passo della nuova boxer.
Last, but not least: la famiglia GS si allargherà nuovamente verso il basso! Ricordate i modelli F 650 GS, spinti da un facile e parco monocilindrico? Bene, vedremo presto (forse già all’Eicma) una GS spinta da un motore monocilindrico, che andrà ad affiancare i bicilindrici paralleli F 650 GS ed F 800 GS, e i boxer R 1200 GS.
I primi tre posti sono infatti riserva di caccia di nerboruti motociclisti, usi a sciropparsi chilometraggi annuali degni di un autotrasportatore.
Nulla hanno potuto però contro la gentile signora Heidi Lupko, che ha stabilito il record di 525.177 km sulla sua BMW R 80 GS Basic in 13 anni. Dedicato a chi ama i numeri: la bella Heidi ha percorso mediamente 40.390 chilometri all’anno (!), toccando quasi tutti i paesi d’Europa e del Sud America, e non è mai stata lasciata a piedi dalla sua moto. Il secondo posto in questa particolare graduatoria è andato all’italiano Carlo de Sinnica, che ha percorso la bellezza di 357.405 km con la sua BMW R 80 G/S. Terzo è risultato Daniel Zimmermann con la sua BMW R 80 G/S, il cui contachilometri segnava 286.016 km.
Scegliere la più originale creazione GS è stato più difficile. Le giuria composta da Hubert Auriol, Charley Boorman, Karl Gerlinger, Jutta Kleinschmidt e Laszlo Perez ha infine premiato la GS di Ulrich Beppler, che è stata arricchita con splendide componenti in carbonio. Il secondo e terzo premio sono andati rispettivamente a Ralf Fillemann e Manfred Paul. Una menzione la riserviamo d’ufficio al sidecar realizzato partendo da una HP2, non sarà il massimo per viaggiare, ma il look crossistico vale sicuramente una sbirciata nella fotogallery di Garmisch.
Durante il pomeriggio ci piazziamo sulle tribune di Garmisch. Tocca infatti a Chris Pfeiffer esaltarci in sella alla sua F 800 R; il repertorio del campione del mondo di stunt è semplicemente esagerato, mai però lo avevamo visto in azione in sella alla BMW S 1000 RR. È incredibile vedere di cosa è capace Chris alle prese con una Superbike da 19o cavalli (guarda il video).
Basta che non si spinga ai livelli della rat-bike (anche lei in fotogallery, vi tocca proprio guardarla per scoprire cos'ha in serbo Garmisch), che racchiude in pochi centimetri quadrati un campionario di oscenità come mai ci era capitato di vedere prima. Non entriamo nei dettagli, ma se volete scoprirli da soli, fatelo al riparo dallo sguardo dei minori di anni 14!
Ma torniamo a raccontarvi le cose belle, e sono tante, del raduno tedesco. Partiamo dal tendone immenso, dove è possibile mangiare e bere dell’ottima birra a ogni ora del giorno (e si vedono i risultati: i sobri sono in drammatica minoranza), spendendo poco, serviti da graziose fanciulle vestite coi tipici abiti bavaresi. Dopo le 20 entrano in scena i gruppi musicali, che cantano i classici del rock e pezzi di gusto teutonico, che risultano assai apprezzati dai giovani del posto.
La notte scorre veloce a Garmisch e siamo già pronti per il viaggio del rientro, che seguirà le orme dell’andata. Abbiamo festeggiato a lungo la regina, ma è giunto il momento di partire. Poco male, con la GS i chilometri scorrono che è un piacere.
Foto: Marco Campelli; A. Perfetti.