Il fascino della guida su strada

Il fascino della guida su strada
Voglio cercare di capire cosa intendiamo per andar forte, andare adagio, andare in pista e non andare affatto. Perché c’è dell’esagerazione in certe uscite di qualcuno di noi | Di N. Cereghini
3 febbraio 2010

Punti chiave


Ciao a tutti!
Quante strade facciamo con la moto! Tra quelle che mi avete indicato qualcuna la conosco: Vernasca, la Cisa e l’appennino tosco-emiliano, il Penice, il passo Giau, le Gorges di Verdon in Francia e qualche altra. Ma naturalmente molti di voi hanno sottolineato che per andare a manetta c’è la pista. Su strada non si fa, manco a pensarci.
Tutto giusto, però a questo punto voglio cercare di capire cosa intendiamo per andar forte, andare adagio, andare in pista e non andare affatto. Perché c’è dell’esagerazione in certe uscite di qualcuno di noi: adesso sembra che sulla strada non ci si possa nemmeno divertire un po’, e a me non sembra del tutto vero.

Autostrada. Chiaro che non possiamo superare i 130, secondo i miei calcoli diciamo i 140 indicati. Qualcuno sostiene che il sistema Tutor non rileva le velocità effettive inferiori ai 150 addirittura, l’ha scritto anche la Gazzetta dello Sport, ma sono voci e di verificarlo non lo consiglio. Troppo oneroso. In ogni caso l’autostrada non è mai stata divertente, manco a 250 all’ora, e dunque niente di nuovo.

Statali di pianura. A cento all’ora viene sonno, certo, ma, con il traffico che c’è, l’unico divertimento possibile sarebbe lo slalom tra le macchine. Penoso, mai interessato. E quanti ne ho visti impastati.

Strade di collina e di montagna. Ecco, qui viene il bello. Potessimo essere del tutto liberi, come non siamo stati mai perché anche senza i radar c’erano comunque le pattuglie e le multe per “velocità pericolosa” (a totale discrezione dell’agente), pare che per molti sarebbe bello tirare sempre in zona rossa e piegare fino a consumare le saponette della tuta.
Io dubito che siano numerosi quelli capaci davvero di farlo, e quei pochi provvisti di tutto quel talento possono serenamente andare in pista a mostrarlo.
Gli altri: sicuri che occorra andare a 150 per piegare sull’Appennino o sulle Alpi? Mi pare che tra i 40 e i 100 all’ora ci sia una bella gamma di curve divertenti da fare: dal tornante da prima alla curva secca da seconda fino alla esse aperta da terza. E se una volta l’ago del tachimetro scappa a 120 non penso che la sfiga sia tale da incarnarsi in una pattuglia.

Il fascino della moto è la curva, non il rettilineo. E quando una successione di curve ti viene particolarmente bene, con una piega decisa e la traiettoria rotonda e fluida che le raccorda tutte senza correzioni e spigoli, è una bella soddisfazione.
Tirare le marce al 50% o anche meno, cambiare puliti, sfruttare il freno motore con delle belle scalate progressive: questo è guidare. Invadere le corsia opposta e andare a 200 all’ora non aumenterebbe il divertimento, ma soltanto il rischio.
A me pare, e a voi?

Ascolta l'audio di Nico

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