In Brasile vendono il Bee 50, copia spudorata della nostra Vespa
La Vespa clonata non è certo una novità. Ogni anno, persino dentro EICMA a Milano, la Guardia di Finanza è costretta a procedere al sequestro di scooter che copiano spudoratamente il mito di Pontedera e che vengono mostrati al pubblico senza vergogna dall’importantore/costruttore di turno (rigorosamente asiatico, ma questa è un’ovvietà). Chissà quante copie della Vespa – abbiamo pensato più volte – saranno vendute nel mondo a insaputa del Gruppo Piaggio.
La riprova è arrivata da un nostro breve soggiorno in Brasile, dove siamo stati per i Mondiali di calcio. Qui, nelle grandi città come Rio de Janeiro, è abbastanza frequente incrociare un vespino che di italiano ha davvero poco. È infatti costruito in Cina e, come se non bastasse, non ha la scocca in lamiera, ma una banale carrozzeria in plastica.
Brasile, dove la Vespa gioca a fare l'Ape
Si chiama Bee 50, che tradotto dall'inglese diventa Ape 50. Ma di fatto è identico alla Vespa LX prodotta in Italia e in Vietnam fino allo scorso anno, sostituita ora dalla nuova Primavera. È regolarmente venduto dalla società Alanmotors di Rio de Janeiro. Un clone fatto e finito, quindi.
Lo si riconosce appena da qualche dettaglio, come la sospensione anteriore ad esempio. Troppo costosa l'esclusiva sospensione della Vespa originale, in Cina hanno preferito montare una più economica forcella telescopica.
Come se non bastasse, abbiamo scoperto che il distributore Alanmotors (operativo dal 2000) alcuni anni fa vendeva nei propri negozi gli scooter Aprilia prima, e quelli Piaggio poi.
Oggi invece si è messo in proprio e vanta, sul proprio sito Internet, la commercializzazione del suo primo scooter a marchio Alanmotors, il Bee 50 appunto.
Vespa, quante imitazioni
Un clone già visto. Del resto da anni fa notizia a ogni inaugurazione del salone EICMA la caccia che il Gruppo Piaggio scatena nei confronti delle contraffazioni. Solo nell'edizione 2013 la Casa della Vespa segnalò alla Guardia di Finanza (che fece scattare il sequestro) ben undici modelli di scooter esposti in Fiera da sette diversi distributori. Nel 2011 ci fu persino il sequestro di una copia quasi perfetta del tre ruote Mp3 250.
Non va meglio, alle copie della Vespa, nemmeno all'estero. Nel giugno dell'anno scorso il
Tribunal de Grande Instance di Parigi ha condannato alla distruzione tutto lo stock di copie di Vespa che un importatore francese aveva esposto, due anni prima, al
Salon de la Moto et du Scooter parigino.
E in Vietnam tre anni fa fece scalpore, prima di essere sequestrata, una copia della Vespa LX battezzata Blue Diamond i cui autori spiccavano per audacia e fantasia: le linee erano quelle dello scooter di Pontedera, ma c’era un bel marchio Honda sul carter del motore.
A difesa dei propri diritti di proprietà industriale, Piaggio da alcuni anni ha depositato (tra i primi costruttori automotive al mondo) non solo i disegni, ma anche le forme tridimensionali dei propri scooter.
L'America Latina avanza: il Brasile è tra i primi mercati al mondo
Ma tornando allo scooter Bee 50, le ragioni di questa mossa commerciale sono evidenti. Il mercato brasiliano delle due ruote è tra i più interessanti al mondo, addirittura il terzo in termini di volume. Ma non ha davvero steso il tappetto rosso alle importazioni, anzi. Il Brasile ha infatti imposto dazi pesantissimi sui veicoli a motore (a due e quattro ruote), talvolta superiori allo stesso valore del mezzo.
Questa scelta è dettata dalla volontà politica di tutelare il livello di occupazione interno e di far crescere la propria industria.
Ma il mito della Vespa, lo scooter più famoso al mondo, non poteva certo passare inosservato.
Alanmotors ha quindi cavalcato l’onda, importando nel Paese una plateale copia cinese della vecchia LX.
Noi qui vi mostriamo le foto del Bee 50, sarà interessante ora capire se e come Piaggio intenderà agire nei confronti di questa nuova forma di concorrenza sleale. Soprattutto è fondamentale capire se la Casa italiana intende presidiare in prima persona questo Paese che cresce industrialmente con tassi del 5% all'anno.
D'altra parte sono diverse le industrie motociclistiche che negli ultimi tempi hanno realizzato in loco impianti produttivi e di assemblaggio delle moto, in modo da aggirare una tassazione insostenibile. L’hanno già fatto la Ducati e la MV Agusta a Manaus, per citare aziende italiane.
E Piaggio?
C’è quindi da sperare che anche il Gruppo Piaggio decida di entrare nel mercato brasiliano (in America Latina è già presente in Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guadalupe, Guyana, Perù, Suriname, Uruguay, Venezuela), dopo avere stabilito una significativa presenza negli USA (filiale commerciale a Manhattan, Centro di design a Pasadena) e aver concentrato un importante sforzo nella crescita industriale in Asia.
Oggi infatti la Vespa è prodotta sia in Vietnam (400.000 gli scooter prodotti da Piaggio Vietnam e venduti nel Sud Est asiatico in quattro anni) sia in India, dove il Gruppo di Pontedera ha proprie filiali controllate al 100%.