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“E’ scattato l’allarme e in sette minuti sono arrivato sul posto, ma era già l’inferno. Sono riuscito a salvare solo il camper con cui andavo alle gare e un furgone: è sconvolgente vedere i sacrifici di una vita ridotti in cenere” – Sono parole di Roberto Montironi, riminese e noto collezionista di moto d’epoca. Qualche tempo fa aveva acquistato un capannone nella zona industriale di Rimini, all’interno di un complesso di attività artigianali, e lì custodiva le sue moto: pezzi preziosi che hanno fatto la storia del motocross. Una cinquantina di moto in tutto, alcune mai commercializzate in Europa, per un valore complessivo di oltre 300000 Euro.
Sogno realizzato, quindi, per un ragazzo cresciuto che, a suon di mutui e sacrifici, aveva mantenuto lo spirito di quando, da ragazzino, si innamorò di una Cagiva da cross e chiese un prestito a suo babbo. “La pagammo tre milioni e mezzo di lire – ha raccontato – La volevo a tutti i costi e promisi a mio padre che gli avrei restituito tutto in poco tempo. Andai a lavorare in estate e ripagai il mio debito”. Quella moto era il pezzo numero 1 della collezione custodita nel capannone. “La usavo ancora per le gare del campionato motocross d’epoca – ha raccontato ancora Roberto – Attualmente sono secondo in classifica, continuerò a gareggiare grazie ad un amico che mi presterà la sua moto e che mi sta dando una mano in ogni modo, perché sono veramente a pezzi e non mi capacito di quello che è successo”.
In effetti la sfortuna ha giocato un ruolo fondamentale. Perchè l’incendio in principio è divampato nel capannone adiacente, di proprietà di una azienda che commercia in mobili e traslochi. “Le fiamme hanno poi avanzato dal tetto – ha spiegato Roberto – arrivando fino alla copertura del mio capannone e di altri che erano lì attaccati. Il fuoco ha sciolto le guarnizioni dei lucernai che poi sono colate giù e nel giro di pochi secondi lì dentro è stato l’inferno. Pensa che si sono sciolti anche i carter dei motori a causa delle temperature raggiunte. Ho potuto solo guardare i sogni e i sacrifici di una vita finire in fumo, senza riuscire a fare nulla”. Le immagini parlano da sole e, oltre alle foto, ci sarebbero anche alcuni video che, però, sono attualmente nelle mani degli inquirenti. Come da prassi, infatti, sull’accaduto è stato aperto un fascicolo per scongiurare l’ipotesi del dolo, ma sembrano non esserci dubbi sul fatto che si sia trattato di un incidente.