In moto in salute: l’epicondilite

In moto in salute: l’epicondilite
Il dott. Lorenzo Boldrini, motociclista e Medico dello Sport presso il Centro di Riabilitazione per lo Sport Isokinetic, spiega i problemi al gomito che interessano i motociclisti
2 febbraio 2011

Punti chiave

 
Cari motociclisti, una problematica frequente per chi usa la moto sono le patologie dell’arto superiore da sovraccarico (ovvero da sollecitazioni eccessive ripetute), in particolare per quanto riguarda il gomito a livello dell’epicondilo, la parte esterna dell’estremità distale dell’omero. A questo livello, ben palpabile alla pressione manuale, si inseriscono i tendini dei muscoli che determinano l’estensione delle dita e del carpo della mano, nonché la rotazione esterna (supinazione) dell’avambraccio. In termini più semplici sono i muscoli della manetta del gas sulla moto e che ci aiutano a sostenere il manubrio della moto. A causa di uno sforzo eccessivo o ripetuto di queste strutture si crea una sofferenza dolorosa delle inserzioni a livello dell’epicondilo al gomito, condizione nota comunemente come epicondilite o “gomito del tennista” per la frequenza con cui questa patologia si verifica in questo tipo di sport.

La diagnosi è essenzialmente clinica, ma può essere richiesto uno studio ecografico del gomito ed in alcuni casi la radiologia convenzionale.
Il problema dell’epicondilite è che spesso è una patologia insidiosa, i cui fastidi si trascinano nel tempo anche a causa della difficoltà di mettere a riposo il gomito, coinvolto nelle più semplici gestualità quotidiane (aprire una maniglia, versare da una bottiglia, ecc…).
Per questo motivo esistono dei tutori appositi per “scaricare” la zona interessata, riducendo gli

Rinforzo con elastici dei muscoli epicondiloidei
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 stimoli di tensione alle inserzioni tendinee durante le gestualità quotidiane. Sono semplici fascette, regolabili nella tensione, che vengono applicate circa 2 dita sotto l’epicondilo senza stringere eccessivamente.
L’uso eventuale del tutore non deve però evitare di rispettare un po’ di riposo, la prima norma da seguire dopo l’insorgenza della sintomatologia dolorosa. In fase acuta è utile inoltre l’utilizzo del ghiaccio (bastano 10 min ma anche più volte al giorno) ed eventualmente l’utilizzo di farmaci antinfiammatori sotto prescrizione medica.

Successivamente la cura passa attraverso una rieducazione dell’unità funzionale muscolo-tendine-osso, che presenta spesso fenomeni di tipo degenerativo accanto a quelli infiammatori. E’ opportuno quindi trattare nel suo insieme il problema dopo una adeguata valutazione clinica. Può essere indicato un lavoro decontratturante della muscolatura dell’avambraccio (massoterapia) e di allungamento passivo mirato (stretching) eventualmente anche con posture, applicazioni di terapie fisiche (utili ad esempio la laserterapia ad alta potenza, la ionoforesi, la TENS ed altre ancora..) e gradualmente esercizi di rinforzo muscolare (Foto: rinforzo con elastici dei muscoli epicondiloidei). In particolare negli esercizi deve essere posta particolare attenzione alla fase eccentrica del movimento nota per i suoi effetti di stimolo rigenerativo a livello tendineo a seguito di programmi prolungati nel tempo. La chiave del successo terapeutico infatti è spesso la perseveranza nei programmi riabilitativi che possono richiedere anche diverse settimane.

 

Isokinetic il centro dove esercita il dott Lorenzo Boldrini
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Altre terapie che possono aiutare nel recupero funzionale delle epicondiliti sono le onde d’urto (applicazioni di terapia fisica focale ad alta energia ad opera di personale medico) in genere con cicli di 3 sedute a cadenza settimanale, o le infiltrazioni (ad esempio con farmaci antinfiammatori e anestetici, con prodotti appositi a base di acido ialuronico ed in alcuni casi con cortisonici e fattori di crescita autologhi).

In definitiva, in caso di insorgenza di dolore all’esterno del gomito non sottovalutate il problema, poiché potrebbe persistere nel tempo e limitare anche l’uso della moto in specie a livello sportivo. Rispettate quindi un po’ di riposo e rivolgetevi ad un consulto medico qualificato per le cure più appropriate al vostro caso.


Lorenzo Boldrini
 

 

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