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Cari motociclisti, uno dei legamenti del ginocchio che può andare più frequentemente incontro a lesione nel caso sfortunato di trauma, caduta dalla moto o incidente è il legamento collaterale mediale.
Questo legamento si trova nella parte interna del ginocchio e collega la tibia al femore garantendo la stabilità interna dell’articolazione.
La lesione del legamento collaterale mediale può avvenire a seguito di un trauma diretto sulla parte esterna del ginocchio che determina una sollecitazione in valgo forzato (ovvero spostando il ginocchio all’interno rispetto alla linea immaginaria tra testa del femore e piede) o per un trauma distorsivo indiretto (ad esempio un contatto con il terreno a livello del piede in curva) che, in particolare se ci sono movimenti di rotazione, può portare a lesioni associate di altre strutture (menischi e legamenti crociati principalmente).
A seguito del trauma si manifesta da subito intenso dolore ed una sensazione di instabilità interna del ginocchio, a causa del cedimento parziale o completo del legamento e della sua ricca innervazione. Non è necessariamente presente significativo gonfiore all’interno dell’articolazione, più di frequente si manifesta una tumefazione locale con eventuale ematoma nella sede di lesione.
La diagnosi di lesione del legamento collaterale mediale viene posta sulla base della visita clinica valutando l’entità della lassità legamentosa durante specifiche manovre di stress del legamento (classificazione in 3 gradi di gravità). A completamento diagnostico vengono di norma eseguite radiografie convenzionali (per escludere fratture associate) e dopo alcuni giorni una risonanza magnetica nucleare per approfondire l’entità della lesione e soprattutto per escludere eventuali patologie associate (lesioni menisco-capsulari, dei legamenti crociati, distacchi osteocondrali), qualora vi fosse il sospetto clinico.
Il trattamento delle lesioni isolate del legamento collaterale mediale è di norma conservativo, ovvero con
Nelle lesioni di 1° grado si utilizzano normalmente le stampelle per pochi giorni con carico parziale
sull’arto infortunato e può essere utile un bendaggio. Nelle lesioni di 2° e 3° grado è indicato un tutore con stecche rigide laterali per limitare il movimento di lateralità per un periodo da 2 a 4 settimane associato ad un carico parziale con l’uso delle stampelle per almeno una settimana.
Il recupero del movimento assistito da parte del fisioterapista viene iniziato dopo pochi giorni per le lesioni più lievi (rimuovendo il tutore) mentre può essere ritardato di circa 2-3 settimane per le lesioni più severe. Oltre ai trattamenti riabilitativi assistiti, la cyclette a sella alta ed in assenza di resistenza è un valido strumento per aiutare il recupero progressivo del movimento fin dalle fasi iniziali dopo il trauma.
Parallelamente è indicato il lavoro assistito in acqua (idrokinesiterapia) per favorire il recupero del movimento e del cammino normale; l’esercizio in acqua aiuta inoltre a rilasciare la muscolatura posteriore della coscia, spesso contratta con atteggiamento del ginocchio in leggera flessione.
Viene impostato un graduale programma di rinforzo muscolare per il quadricipite e tutti i muscoli dell’arto inferiore, curando in particolare i muscoli stabilizzatori interni (flessori mediali, adduttori e vasto mediale) per rinforzare la stabilità e la tenuta della parte interna del ginocchio infortunata. Può essere impiegata l’elettrostimolazione nelle fasi iniziali. Da non trascurare la ginnastica propriocettiva, con tavolette instabili e percorsi a complessità crescente da inserire gradualmente nelle settimane successive all’inizio della rieducazione. Laserterapia, ultrasuoni ed altre terapie fisiche potranno favorire la guarigione del legamento e permettere un recupero più veloce.
Il ritorno sulla moto è possibile di norma dopo qualche settimana una volta avvenuta una buona guarigione del legamento, in assenza di significativo dolore e gonfiore, con una mobilità maggiore di 120° in flessione e adeguato tono muscolare. Sarà comunque utile proteggere il ginocchio con l’uso di un tutore specifico. In generale il ritorno all’attività sportiva può essere ottenuto in circa 3-4 settimane per le lesioni di 1° grado, 6-8 settimane per quelle di 2° grado e anche oltre 2-3 mesi per le lesioni di 3° grado. Spesso tuttavia persiste una dolorabilità alla pressione sulla zona interessata per via della ricca innervazione del legamento, senza peraltro compromettere la sua tenuta.
In presenza di lesioni associate le modalità di trattamento possono variare e richiedere tempi più lunghi per il recupero.