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Cari motociclisti, ci occupiamo oggi del gomito, un’articolazione “difficile” nella gestione riabilitativa nei postumi di un trauma soprattutto per la sua facile tendenza a sviluppare rigidità articolare.
Il gomito è formato dall’omero (l’osso del braccio) e da radio e ulna (le ossa dell’avambraccio). La conformazione particolare del gomito permette i movimenti di flessione ed estensione nonché i movimenti cosiddetti di prono-supinazione, che consentono di effettuare la rotazione del polso e della mano.
A causa della fine congruenza dei capi ossei articolari, a seguito di traumi con lesioni ossee o con interessamento diretto dell’articolazione è frequente incorrere in una perdita di mobilità articolare, tanto maggiore quanto più severo è il trauma e quanto più è prolungato il periodo di immobilizzazione. Per questo motivo l’indicazione clinica è in genere quella di una ripresa il più precoce possibile della mobilità articolare passiva e attiva, in funzione del trauma subito.
Recentemente ho seguito il caso di un politrauma per incidente motociclistico con una lussazione-frattura scomposta pluri-frammentaria del gomito. La severità del trauma nonostante l’intervento ricostruttivo associata al periodo di immobilizzazione ha portato in questo caso ad una perdita di mobilità articolare dovuto prevalentemente all’alterazione dei profili ossei e della normale anatomia per i quali non è stato possibile spingersi oltre un certo limite di recupero funzionale.
Le limitazioni della funzione in questi casi diventano quindi evidenti, in quanto una mobilità articolare che non supera i 90° in flessione comporta già un deficit severo nelle semplici gestualità quotidiane (come ad esempio lavarsi, vestirsi) mentre la limitazione anche parziale di prono supinazione ed estensione obbliga il polso, la mano e la spalla a importanti compensi per effettuare i movimenti, con inevitabili ripercussioni sulla postura e la comparsa di possibili dolori di strutture muscolo scheletriche a valle e a monte del gomito. Un deficit di estensione e pronazione può compromettere anche la capacità di tornare ad usare la moto per la difficoltà di mantenere una posizione corretta al manubrio.
Lorenzo Boldrini.