Il dott. Lorenzo Boldrini, motociclista e Medico dello Sport presso il Centro di Riabilitazione per lo Sport Isokinetic, ci parla delle lesioni muscolari
Cari Motociclisti, dopo aver parlato in un precedente articolo dei traumi muscolari da contusione diretta (trauma da compressione o schiacciamento), ci occuperemo oggi delle lesioni che derivano da trauma indiretto, ovvero da allungamento eccessivo/alterata tensione delle fibre muscolari. Sono questi di norma gli infortuni più lenti a guarire e nei quali la diagnosi ed il trattamento corretto precoce possono fare la differenza in termini di qualità della guarigione e riduzione del rischio di recidiva.
I diversi tipi di traumi
Per prima cosa sarà bene fare chiarezza sulla terminologia e sulla classificazione, poiché in questo ambito si sente davvero di tutto di più. La classificazione da noi utilizzata distingue i traumi muscolari che originano da un meccanismo indiretto in:
Contrattura: indurimento muscolare che si manifesta con dolore mal localizzato che insorge quasi sempre dopo l'attività sportiva (qualche ora o anche il giorno dopo) ed è dovuto ad uno stato di affaticamento del muscolo, in assenza di lesioni anatomiche (non c’è quindi lesione delle fibre muscolari).
Stiramento: è di norma la conseguenza di un episodio doloroso acuto, insorto durante l'attività sportiva e ben localizzato, per cui il soggetto deve interrompere l'attività. Si verifica in questi casi un allungamento eccessivo delle fibre del muscolo senza tuttavia portare a rottura delle stesse (si possono avere delle alterazioni locali ma non c’è una lesione anatomica).
Strappo: si manifesta con una fitta acuta di dolore (sensazione di “sassata”, “crampo violento”….) che compare in un momento preciso durante l'attività sportiva dovuto alla rottura di un numero variabile di fibre muscolari (c’è lesione muscolare). Lo strappo muscolare quindi è sempre accompagnato da un sanguinamento interno (stravaso ematico), più o meno evidente a seconda dell'entità e della localizzazione della lesione.
Grazie all’esame ecografico la diagnosi-classificazione può essere dettagliata, in base al danno anatomico, in strappi con lesioni di 1°-2°-3° grado per il coinvolgimento da una piccola quota di fibre muscolari fino alla rottura completa del muscolo stesso.
Sia in caso di stiramento che in caso di strappo muscolare (la diagnosi differenziale tra i due in acuto è a volte difficile) è bene porre subito a riposo il distretto interessato e mettere ghiaccio. Il freddo, in specie in caso di lesione e conseguente sanguinamento, arresta l’emorragia e se applicato subito può accelerare notevolmente i tempi di recupero e limitare le complicanze. Un'altra cosa utile è la compressione locale che può essere fatta nell’immediato con un bendaggio specifico (eseguito da mani esperte, bendaggi mal eseguiti o eccessivamente costrittivi potrebbero creare un ostacolo alla circolazione e complicazioni ulteriori). In caso di trauma degli arti inferiori le stampelle almeno per i primi giorni possono essere inoltre una buona scelta .
Questi trattamenti devono essere eseguiti per le prime 24-48 ore dopo il trauma rimanendo quindi a riposo in attesa di una diagnosi più precisa. Questa può essere fatta, oltre che con la valutazione clinica, soprattutto come già accennato con un‘ecografia che è maggiormente attendibile se svolta 2-3 giorni dopo il trauma. In tutti quei casi in cui si volesse indagare meglio la lesione, la risonanza magnetica nucleare è in grado di fornire utili indicazioni con maggiore precisione.
E’ bene in ogni caso evitare di sottoporsi a trattamenti con calore e massaggi in questa fase perché potrebbero aggravare la lesione e complicare notevolmente la guarigione.
Calore e massaggio sono invece il trattamento indicato per le contratture muscolari per cui è bene avere una diagnosi corretta prima di effettuare la terapia e nel dubbio sottoporsi ad un esame ecografico.
I tempi di recupero
I tempi di recupero dipendono chiaramente dalla severità del trauma. Mentre la contrattura si risolve in genere in pochi giorni, in caso di stiramento il recupero è tendenzialmente più veloce rispetto allo strappo, poiché non c’è una vera lesione delle fibre muscolari. Se è stato rispettato il riposo nei primi giorni e se è stato svolto in seguito un programma di recupero della flessibilità e forza muscolare graduale è possibile tornare alla piena funzionalità già 2 settimane dopo il trauma.
In caso di strappo le cose sono un po’ più complesse. La lesione seppur piccola deve guarire e questo richiede un tempo biologico minimo di 3-4 settimane. A questo si deve affiancare un percorso di recupero riabilitativo che porti alla risoluzione del gonfiore, al recupero della mobilità articolare e della flessibilità muscolare e progressivamente al recupero della forza prima di poter riprendere a fare tutto come prima. In particolare il muscolo dovrà essere in grado di fare sforzi in accorciamento (concentrica) ed allungamento (eccentrica) ed eseguire i gesti sportivi richiesti senza dolori o fastidi. Anche un piccolo fastidio residuo può essere il campanello di allarme di un rischio di recidiva (cioè di procurarsi una nuova lesione) per cui è bene recuperare completamente prima di considerarsi guariti. La percentuale di recidiva è quella che fa infatti la differenza tra una guarigione ben avvenuta e una no.
In generale è possibile stimare i tempi di recupero in 4-6 settimane per una lesione muscolare di 1° grado, 6-8 settimane per lesioni di 2° e oltre 2 mesi per le lesioni di 3° grado anche se questo dipende dal muscolo interessato (alcuni gruppi muscolari permettono tempi di recupero più veloci) e dai trattamenti eseguiti in particolare nelle prime ore e nei giorni immediatamente successivi al trauma.
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