Mercato moto: in Spagna le vendite sono crollate del 93%

Mercato moto: in Spagna le vendite sono crollate del 93%
L'effetto Covid-19 fa crollare anche in Spagna le vendite, che scendono ai minimi del 1957 L'industria chiede di sostenere il ruolo di moto e scooter nel trasporto privato
6 maggio 2020

Dopo l'Italia, con le vendite di marzo quasi azzerate (-97%), la Spagna comunica i dati di immatricolazione del mese di aprile.

Anche nel Paese iberico le chiusure imposte dal lockdown hanno bloccato le vendite motociclistiche, nell'intero mese sono stati registrati solo 1.232 veicoli (-93,3%) che riporta al lontano 1957.
Le moto sono state appena 252 unità (-96,3), gli scooter 589 (-92,9%) e i ciclomotori 233 (-82,6%). Meno pesante la caduta dei modelli elettrici: 309 unità (-67,2%).
Il mercato motociclistico rappresenta il 12% di tutte le immatricolazioni dei veicoli in Spagna.

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ANESDOR, l'associazione dei costruttori del settore "due ruote" spagnolo, assieme alle altre associazioni automobilistiche ha formato un documento che chiede un piano di emergenza necessario a sostenere l'industria e il mercato.

La moto, scrivono, ha in Spagna una lunga tradizione industriale e sportiva; l'efficienza dei prodotti ha permesso di raddoppiare il mercato dal 2013 al 2019, ma ora è necessario che le amministrazioni facciano affidamento al settore delle "due ruote" nello sviluppo dei futuri piani di mobilità, dove rappresentano una grande risorsa.

In Spagna il parco motociclistico circolante è di 5,5 milioni di veicoli.

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