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Arriva una bella storia direttamente dall’Uganda. È quella di un medico italiano che, trasferitosi in Africa nel 1998, ha deciso di consegnare la prima fornitura dei vaccini in maniera decisamente particolare. Giovanni Dall’Oglio de Cuamm distaccato all’ospedale Giovanni XXIII di Aber, nel nord dell’Uganda distribuisce le medicine… in moto.
Una scelta dovuta principalmente per un motivo: “Noi volontari abbiamo 140 motociclette. Sono gli unici mezzi con cui possiamo raggiungere certi posti per prestare i primi soccorsi – si legge su Repubblica dove per i motociclisti che affrontano viottoli pericolosi, ha pure scritto una preghiera - O signore, padre santo, mi affido a te mentre a bordo di questa moto attraverso aree isolate raggiungo quei bambini che tu hai sempre voluto fossero primi vicino a te. Porto loro i vaccini e la speranza affinché non si sentano abbandonati. Tu signore tieni salda la mia presa sul manubrio e proteggimi dalle cadute”.
In Uganda e nei paesi più poveri, grazie al programma Covax Facility, è stato già avviato un massiccio programma di vaccinazione. Nel distretto dove opera Dall’Oglio, di circa 470mila persone, circa l’85% della popolazione è già stata parzialmente immunizzata con la prima dose.
Non è però facile riconoscere e capire se una persona abbia contagiato davvero il Covid: “La malaria, la dissenteria, le infezioni respiratorie. Così gravi e diffuse che come fai a capire, oggi e con i nostri mezzi, se si tratta di Covid? Per non dire di altre patologie come la tubercolosi, l’Aids, la malnutrizione. Un bambino debolissimo sta male per la fame non risponde ai farmaci. Cosa fai?”. La risposta sta nelle spiegazioni insistenti e negli esempi pratici. Il dottore, per esempio, ha portato in certi villaggi un ecografo, un proiettore e un lenzuolo per mostrare l’importanza delle visite pre parto: “Non avevano visto diavolerie simili. Gesti indispensabili per fare capire l’importanza dei controlli prenatali e, se possibile, dei parti in ospedale o qualche centro periferico attrezzato”.