Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Sole, neve e 383 chilometri in una giornata. Sono questi gli ingredienti del primo nuovo tour del 2016. Partenza da Mantova, direzione Garfagnana, ritorno da Reggio Emilia: è questo l’itinerario del nostro sabato prima di Pasqua. Nonostante il cielo sereno, la temperatura è ancora bassa per godersi a pieno la moto, ma contro il freddo si può resistere facilmente con giaccone, sciarpa e collant pesanti. Alle 10 del mattino lasciamo la capitale dei Gonzaga per dirigerci verso la città del Festival della Filosofia, Modena.
Le uscite dell’autostrada fanno tornare alla mente i luoghi colpiti dal terremoto del 2012: Mirandola, Medolla, Rolo. Ai lati dell’A22 non ci sono più i segni del sisma: solo i tanti capannoni e le tante sedi di aziende che in questa zona di confine tra il mantovano e l’Emilia hanno creato la loro storia di successo imprenditoriale.
A Modena Nord usciamo dall’autostrada per proseguire sulla statale che passando per Maranello e il richiamo della Ferrari conduce fino all’Abetone. Le case cantoniere che troviamo lungo il tragitto portano ancora inciso sulla facciata il nome della strada: 112 dell’Abetone e del Brennero. L’asfalto non è sempre dei migliori, ma le dolci colline che iniziano a stagliarsi all’orizzonte fanno pregustare il divertimento sulle due ruote. Pavullo nel Frignano brulica di vita: pensi che i colli modenesi siano solo terra di coltivazioni e invece sono ricchi di centri abitati.
A farci compagnia lungo tutto il percorso che da Lama Mocogno termina a Pievepelago c’è il Monte Cimone che, bianco come la mattina di Natale, si scorge da lontano e invita a fermarsi per una discesa sugli sci. I suoi 2.165 metri di altitudine fanno pregustare la neve che presto troveremo oltre il Parco Frignano. Deviando verso Sant’Anna Pelago e lasciando per un’altra occasione la salita verso l’Abetone, decidiamo di affrontare un altro passo in totale solitudine. Dopo Pavullo le macchine incontrate si contano sulle dita di una mano. Qui non è ancora primavera. La neve a bordo strada supera di 50 centimetri il guardrail. Passo Radici con i suoi 1.500 metri di altezza ci accoglie con un manto bianco che si estende fino alla discesa verso la Garfagnana. Siamo ormai in provincia di Lucca e anche qui il clima pare più invernale che primaverile.
Il difetto di questo percorso è l’asfalto spesso sconnesso e rovinato. La bellezza di questa parte di Toscana però è innegabile e immaginare il parco della Porta della Pania completamente fiorito è un ottimo esercizio per i sensi. Castiglione Garfagnana è catalogato come uno dei borghi più belli d’Italia. Le mura che circondano il centro cittadino sono di origine medievale, ma la prima costruzione del Castrum Leonis - antico nome di questa perla fortificata - si deve ai romani e alla loro espansione territoriale verso il Nord Italia. Spesso costretto a subire gli assedi dei nemici che si sono succeduti nei secoli data la sua posizione strategica alle pendici degli Appennini, questo borgo oggi è una nota meta turistica. Tra rievocazioni storiche, feste religiose e percorsi naturalistici, il 16° comune della provincia di Lucca è un’oasi di benessere per chi ama camminare, sciare e godere della cultura italiana.
Se però lo scopo del viaggio è anche gustare la bontà della cucina tipica della zona, arrivate fino a Castelnuovo Garfagnana e fermatevi all’Osteria Vecchio Mulino. Vini e prodotti locali fanno la gioia del palato. Prendete una degustazione completa da dividere in due: con 11 euro a testa potete assaggiare tutti i salumi e i formaggi di questa parte di Toscana, la polenta, le salse e i dolci di questa deliziosa cucina. Il proprietario, Andrea, sa come farti sentire a casa: rimettersi in marcia è un’impresa difficile, continueresti a gustare all’infinito le prelibatezze della Garfagnana senza pensare ai tanti chilometri che mancano per tornare a casa.
Da Castelnuovo prendiamo la Sp66 fino a Piazza al Serchio per poi deviare sulla Sp14 in direzione Sillano. Proseguiamo fino a passo Pradarena, un luogo incantevole al confine tra Toscana ed Emilia Romagna. C’è tantissima neve e il freddo si fa sentire, ma la strada è un vero spettacolo. La discesa verso Reggio Emilia regala finalmente un asfalto perfetto e il divertimento inizia a essere entusiasmante. Le curve si susseguono veloci, i sorpassi con un’altra Bmw rendono ancora più stimolante questa discesa verso valle che ricorda un po’ il passaggio delle stagioni: dal valico nevoso alla dolce primavera dei colli emiliani. Sarà la stanchezza, ma i miei occhi si perdono di fronte a questo ambiente che ricorda tante altre realtà appenniniche del nostro Paese. Siamo in Emilia o in Liguria? E se fossimo verso il Piemonte? Non importa la risposta, ciò che conta è che dopo ore in sella alla moto si ha ancora la voglia di staccare, accelerare, scoprire quanto di bello ha da offrire la regione di Reggio e Modena.
Il mio consiglio è viversi questa lunga lingua d’asfalto in un tranquillo pomeriggio di primavera per non perdersi nulla del panorama emiliano. Gli ultimi chilometri, lo ammetto, sono stancanti. Da Reggio fino a Carpi e poi di nuovo in A22 fino a Mantova: le braccia fanno fatica a reggersi e il bisogno di sciogliere le gambe aumenta. Sono le 18 e il sole inizia a calare: questa giornata è stata stupenda.