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Laghi. Montagne verdi e ancora laghi. I 345 chilometri percorsi nella domenica prima di Pasqua sono tutti dedicati a scoprire quella zona di confine tra Italia e Svizzera che unisce turismo esclusivo a luoghi sperduti quasi fuori dal tempo e dallo spazio. Dal lago di Montorfano al lago Maggiore, passando per Como, Lugano e Locarno, questo tour, che volendo si potrebbe anche spezzare in due giorni per visitare le città e i monumenti architettonici, regala piacevoli sorprese soprattutto quando si affronta il Monte Ceneri, le Centovalli e la Val Vigezzo.
Senza scordare che la sponda occidentale del lago di Como, quella che dal capoluogo conduce a Menaggio, non ha nulla da invidiare alla sorella della riva orientale. La SS340 è tortuosa al punto giusto per far divertire chi guida la moto tra paesini affacciati sul lago e lunghe gallerie e per lasciare al compagno di viaggio il piacere di ammirare antiche chiese e panorami a picco sull’acqua.
Partendo da Brugherio, alle porte di Milano, scegliamo di percorrere la Strada Statale 36 che porta a Giussano per poi deviare sulla Provinciale 342 con direzione Como. Qui i ricordi di bambina si riaccendono per cui decidiamo di fare una breve sosta al lago di Montorfano, una riserva naturale placidamente adagiata nell’Alta Brianza che offre agli amanti del golf un bel campo dove giocare. Questa volta ci lasciamo velocemente alle spalle Como e ci buttiamo in fretta sulla strada che costeggia la bellissima e famosissima Villa Olmo.
Il manto stradale non è sempre all’altezza delle aspettative - incappiamo in numerose buche lungo il tragitto - ma il continuo insinuarsi tra i piccoli centri abitati e le curve che seguono l’orografia del territorio rendono entusiasmante affrontare a passo sostenuto il lungolago lariano. Su questa sponda del lago la presenza di architetture romaniche è notevole, quasi ogni cittadina ha una chiesa che merita una visita. Carate Urio, Laglio, Argegno sono tutte ottime località per fermarsi a bere un caffè e ammirare l’ambiente circostante.
Da Sala Comacina a Menaggio, in quella zona chiamata “della Tremezzina”, l’eleganza e la raffinatezza degli hotel e delle case ricorda la bellezza da Belle Epoque che si respira a Stresa sul lago Maggiore. La Basilica di Sant’Eufemia sull’Isola Comacina, la villa Del Balbianello, patrimonio del Fai, e la villa Carlotta con il suo orto botanico sono tutti monumenti in cui fermarsi è quasi d’obbligo.
I tornanti che dal lungolago portano verso la val Menaggio sono accattivanti e permettono di gustare con piacere l’aprirsi della piana su cui si estende la riserva naturale del lago di Piano. Da qui al confine con la Svizzera, con il panorama del bacino lacustre di Lugano a farci compagnia, sono meno di 20 chilometri che si macinano in fretta data la scarsa presenza di auto e moto sulla strada. Anche una volta superata Lugano possiamo tornare a goderci in libertà il manto stradale che fa parte del percorso del Grand Tour svizzero.
Sono già due o tre volte che affrontiamo in sella alla due ruote il passo di Monte Ceneri eppure continuiamo a divertirci tantissimo sia in salita sia in discesa quando la nostra BMW S1000XR sembra quasi viaggiare da sola tanto ci troviamo in sintonia con le larghe curve che diradano fino alla vallata di Locarno. La città svizzera famosa per il suo festival del cinema è affollata di turisti provenienti da tutta Europa. Carissima come sempre anche per mangiare solo una Caesar Salad, ci permette una breve sosta di cibo e bevande prima di rimetterci in moto verso la parte forse più bella di tutto questo giro italo-svizzero.
Le Centovalli e la val Vigezzo sono un’unica meravigliosa realtà da fare in sella alla propria due ruote non una ma dieci volte. Tanto è tortuosa la prima parte, con curve ripide, tratti di strada strettissima e rocce sporgenti, quanto è ampia e tranquilla la seconda.
Da Ascona fino a Borgnone la via Cantonale è quello che tutti i motociclisti che adorano i percorsi di montagna vorrebbe fare ogni volta che escono di casa con la propria compagna di avventure.
In un ambiente selvaggio, ricchissimo di verde e completamente fuori dai circuiti più frequentati, questi 20 chilometri sono un’esperienza divertente ed entusiasmante da vivere senza pause almeno fino a Re dove il gigantesco santuario della Madonna del Sangue costruito tra il 1922 e il 1958 merita una breve visita più per la grandiosità dell’edificio che per le sue decorazioni interne. Poi è di nuovo solo asfalto in una danza motociclistica sulla SS337 con i monti ancora innevati a fare da sfondo, gli alberi che cominciano a germogliare e un sole caldo che anticipa l’estate.
Malesco, Santa Maria Maggiore, Druogno: ogni località della val Vigezzo invoglia a fermarsi e fare due passi, respirando quell’aria pura di un luogo un po’ sperduto e poco preso d’assalto dai turisti che fa di questa vallata una meta ideale per chi, come me, ama il silenzio.
Il ritorno verso casa inizia solo dopo Masera, all’altezza di Domodossola, quando ci immettiamo sulla strada statale 33 del Sempione che confluisce naturalmente nell’autostrada A8. Il giro sta volgendo al termine ma negli occhi ci sono ancora le sponde del lago Maggiore.