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Quando pensi di conoscere ormai tante strade e tante realtà, ecco che una lingua di terra tra Piemonte e Liguria ti sorprende e ti conquista a colpi di percorsi impervi e spazi di verde sconfinato. L’idea iniziale era fare un giro semplice per gustare il mare ligure in questo caldo inizio giugno ma poi, quando la moto chiama, la voglia di andare alla scoperta finisce per diventare più forte. Il pezzo di autostrada da Milano ad Alessandria Est scorre veloce, il traffico non è ancora quello da esodo estivo. La battaglia di Marengo, combattuta nel 1800 tra francesi e austriaci, riecheggia nei tanti cartelli che indicano il Marengo Museum mentre un’insegna, che colgo solo di sfuggita prima dell’ingresso a Novi Ligure, sta lì fissa a ricordare il confine dell’allora Repubblica di Genova.
Con l’obiettivo di prendere un caffè nel centro di Acqui Terme, deliziosa cittadina piemontese dalle antiche vestigia romane famosa per la fonte «la Bollente», scegliamo casualmente un percorso che si dimostra bellissimo dal punto di vista paesaggistico e sufficientemente tortuoso per il divertimento della nostra Bmw. Tra Capriata d’Orba, Mantovana e Carpeneto la strada prima è dritta e scattante, poi si tramuta in una dolce salita tra vigneti e balle di fieno e per finire diventa stretta e ricca di curve come solo una strada secondaria immersa nel verde può essere. L’asfalto varia da ottimo a dissestato, un po’ come in tutte le zone di questo tour di 405 chilometri.
La SP334 che da Acqui Terme porta a Sassello, un paese che sembra vissuto solo da motociclisti, e poi giù fino ad Albissola Superiore, passando per il Colle del Giovio, è stupenda: non c’è altro modo per parlare di questi 55 chilometri calati nel verde dei boschi e nell’azzurro del cielo. La val d’Erro in moto ricorda un po’ la val Trebbia e la val d’Aveto: brulle, con tante curve e ampi spazi dove poter far sfrecciare la propria due ruote. Il contesto è il Beigua Geopark, un parco naturale riconosciuto patrimonio Unesco nel 2015, che unisce le province di Genova e Savona.
Il mare arriva con la sua brezza e il suo profumo nel giorno in cui a Celle Ligure c’è l’Acciugalonga, un evento enogastronomico dedicato a uno dei piatti tipici della zona. Ci concediamo di assaggiare le freschissime acciughe sia marinate sia fritte: un pranzo così sarebbe da gustare a lungo ma l’asfalto ci attende così rimontiamo in sella, direzione Pegli. Il lungomare, l’antica via Aurelia, è sempre piacevole da fare in moto perché permette uno sguardo appassionato su tutta la costa ligure e il mare che pare estendersi fino all’infinito.
L’idea di arrivare all’isolato e affascinante Santuario della Madonna della Guardia, passando per Carpenara, San Carlo di Case e Lencisa, è decisamente folle. La strada in certi punti definirla tale è difficile: stretta, a gomito, quasi impossibile per le auto, mette alla prova noi e la nostra Bmw. La salita fino a Campomorone è tosta ma viene ricompensa quando ci immettiamo sulla SP5 che porta al passo della Bocchetta. La mia ignoranza in fatto di ciclismo viene ricompensata da una piacevole scoperta: qui, sulla cima di collegamento tra la val Polcevera e la val di Lemme, a quota 772 metri, c’è un monumento che ricorda Fausto Coppi, il grande campione piemontese che in provincia di Alessandria è nato e cresciuto. Famoso valico già in epoca romana, il Bocchetta è stato reso celebre proprio da Coppi nel giro dell’Appennino con la sua ultima gara nel 1955. La vista che regala questo passo è bellissima, come lo sono i fitti boschi, i vigneti e la SP160 che porta a Voltaggio e poi a Gavi, terra del vino omonimo DOCG e del più importante forte difensivo di epoca medievale del Basso Piemonte. Che altro aggiungere? Da qui non me ne vorrei proprio andare via.