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La stagione estiva è ormai alle porte e, come tutti gli anni, saranno milioni gli italiani a spostarsi per il ponte e per le classiche ferie nel mese di agosto. La domanda sorge spontanea: quest'anno la situazione della rete autostradale sarà migliorata?
A rispondere alla nostra domanda ci pensa Altroconsumo, da cui arriva un'indagine che punta i riflettori sullo stato in cui riversano le autostrade italiane che, lo vedremo nel corso di questo articolo, faranno parlare di sè per i disagi imposti ai consumatori. Spostarsi tramte la reta autostradale italiana - in particolare in alcune tratte - spesso vuol dire andare incontro a molti disservizi, come dimostrato dai nuovi dati dell’inchiesta di Altroconsumo. Nonostante gli sforzi, la situazione non è assolutamente migliorata.
L’Organizzazione, nei primi giorni di aprile 2023, ha deciso di viaggiare attraverso la rete autostradale italiana, questo per monitorare la situazione mettendola a confronto con i dati di maggio 2021. L'itinerario seguito è lo stesso di due anni fa, sono stati percorsi circa 1.500 km e di questi, quasi il 10% -ovvero 134 km- erano interessati da cantieri.
Se nel 2021 in media si trovava un cantiere ogni 18 km, nel 2023, si incontra in media un cantiere ogni 12 km. Due anni fa erano 80 i cantieri rilevati in circa 1.500 km percorsi, mentre ad aprile di quest’anno il totale è salito a 117. Preoccupante anche la durata dei cantieri: in alcuni tratti è più di un anno che sono attivi e la situazione non si smuove.
Critico anche lo stato delle corsie di emergenza. Durante il viaggio sono stati rilevati 106 tratti inagibili, per un totale di 120 km di corsie di emergenza inaccessibili.
Sulla A1 Milano-Bologna, l'associazione ha viaggiato per circa 10 km senza corsia di emergenza incontrando 13 cantieri su un totale di 180 km. La A14 Bologna-Pescara è risultata una delle tratte più problematiche incontrate durante il viaggio: in 360 km sono stati rilevati 30 cantieri (in media uno ogni 12 km) per un totale di circa 34 km interessati da lavori stradali. Da Bologna a Pescara la corsia di emergenza era chiusa per quasi 28 km.
Molto grave anche la situazione nel tratto che collega le Marche e l’Abruzzo: su 150 km di autostrada quasi 17 vengono percorsi su un’unica corsia. Lungo la A24 e la A25, troviamo 10 cantieri in 200 km e per quasi 7 km si viaggia in una sola corsia e per altri 6,5 km senza corsia di emergenza.
Tra Roma e Firenze, sulla A1 i cantieri rilevati erano 26, distribuiti in soli 24 km, durante i quali la corsia di emergenza era chiusa. Lungo la A12 Viareggio-Genova in poco più di 80 km di autostrada erano i 4 cantieri.
Nell’ultima parte del viaggio, da La Spezia a Milano, Altroconsumo ha percorso la A12 Viareggio Genova verso nord e la A7 Genova-Milano. In queste due autostrade sono stati trovati 11 cantieri trovati lungo la prima tratta per un totale di circa 16 km. Infine la peggiore, la A7 da Genova a Milano, su 120 km circa 39 erano interessati da 19 cantieri: il 32% del totale.
“Cantieri in aumento, restringimenti e conseguenze importanti su traffico e sicurezza: ecco a cosa hanno portato i disinvestimenti nella manutenzione da parte di Autostrade dal 2009 al 2018. L’inversione di marcia intrapresa dalla nuova gestione, per quanto apprezzabile, si confronta ancora con la pesante eredità del passato. Cosicché i mancati interventi di ieri finiscono per comportare, oggi, un effetto accumulo lungo la rete e forti ripercussioni sugli utenti. Insomma, la strada è imboccata ma c’è ancora molto da fare.” afferma Federico Cavallo, Responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo. “Sappiamo che recuperare il tempo perso porta all’apertura di nuovi cantieri i quali, se da un lato sono assolutamente necessari e vanno conclusi presto e bene, dall’altro finiscono inevitabilmente per creare maggiori disagi alla circolazione.” – spiega – “Una situazione solo in apparenza paradossale, quindi, che nasce da lontano. Proprio la mala gestione precedente aveva spinto, infatti Altroconsumo a lanciare una class action che conta ad oggi oltre 104 mila partecipanti: automobilisti che chiedono un ristoro dei disagi subiti fino al 2021 a causa della mancata o scarsa pianificazione degli interventi di manutenzione e della conseguente riduzione della qualità del servizio. Numeri importanti, questi, che dimostrano quanto ampia e forte sia la domanda espressa dai cittadini.”
“Auspichiamo che gli sforzi attuali, nonostante i disagi ancora presenti, possano portare presto al miglioramento effettivo della rete autostradale di Aspi, consentendo di chiudere finalmente col passato e guardare al futuro. Necessità non più rimandabile, questa, che deve però chiamare altrettanto in causa tutti i gestori, le Istituzioni e la Politica: tanto più in un momento in cui, tra incertezze sui fondi PNRR e nuovi progetti annunciati, l’attenzione deve rimanere alta innanzitutto nei confronti di chi, saltuariamente come ogni giorno, viaggia sulle autostrade italiane e merita di farlo con qualità e in sicurezza” conclude Cavallo.
Fonte: Altroconsumo