Incidente mortale alla tappa del Mugello del Trofeo Amatori: basta! Bisogna cambiare le regole

Incidente mortale alla tappa del Mugello del Trofeo Amatori: basta! Bisogna cambiare le regole
Cinque incidenti mortali in poco più di due anni richiedono una revisione delle regole che consentono agli amatori di gareggiare in circuito. Ridurre le prestazioni? Super licenza?
27 agosto 2023

Dal 2021 ad oggi ben cinque piloti hanno perso la vita nelle gare del Trofeo Amatori. Il 9 Maggio 2021 Stelvio Boaretto, veterinario di 59 anni muore al Mugello in un incidente avvenuto nel corso della gara del Trofeo Italiano Amatori, categoria 1000 Avanzata. Era di Padova e gestiva con la moglie Michela uno studio veterinario. Era anche appassionato di cavalli ed arbitro federale di boxe. 

Il 30 Giugno 2022 ancora al Mugello, Davide Longhi perde la vita nelle prove libere del Trofeo Amatori. Anche lui gareggiava con una 1000. Era residente a Romano di Lombardia ed aveva 34 anni. Si sarebbe probabilmente ritirato a breve. Ad assistere impotente all’incidente da bordo pista c’era il padre.

Pochi mesi dopo, il 2 Ottobre 2022 a Misano muore Federico Esposto, questa volta nella gara della classe 600 Pro. Originario di Ostia, aveva iniziato a correre all'età di 5 anni con una minimoto in un campionato italiano. Coinvolto nello stesso incidente anche Marco Sciutteri, che viene ricoverato in ospedale in gravissime condizioni e in stato di coma. Ad oggi non abbiamo notizie di questo sfortunato ragazzo, in quanto la famiglia ed il team mantengono giustamente il massimo riserbo sulle sue condizioni. 

Ancora a Misano il 16 aprile scorso, ci lascia Fabrizio Giraudo. Siamo sempre nel Trofeo Italiano Amatori RR Cup classe 1000, nel contesto della Coppa Italia. L’incidente, che viene ripreso da un video amatore, avviene al termine del primo giro. La carambola sembra sia stata innescata da un pilota che aveva avuto un problema tecnico. Fabrizio cade e viene purtroppo investito da una delle moto che lo seguono. Imprenditore edile di 46 anni, Giraudo viveva a Fossano in provincia di Cuneo, con la moglie e i due figli di appena 8 e 6 anni. 

E veniamo all’ultimo incidente di ieri avvenuto al Mugello. Il pilota coinvolto si chiamava Nicola Sartori e portava in pista la moto della Scuderia B2Fast nel Trofeo Amatori, nella categoria 1000 Avanzata. Assieme ad altri due piloti, ricoverati all’ospedale di Careggi ma fortunatamente non in pericolo di vita, forse a causa di un contatto Sartori è caduto in fondo al rettilineo dei box, e per lui non c’è stato nulla da fare. Era nato a Cavarzere il 16 febbraio 1971 ed era residente ad Adria. Era anche insegnante di arti marziali a Padova. 

Oltre al comun denominatore del Trofeo Amatori, tutti questi incidenti sono avvenuti al Mugello o a Misano, vale a dire su due circuiti internazionali giustamente considerati tra i più sicuri al mondo. In tutti e cinque i casi i soccorsi dei sanitari sono stati immediati, così come l’intervento dell’elisoccorso. Autodromi sicuri e personale di pista e personale medico della massima efficienza, ma allora cosa non ha funzionato? 

Ormai non si può più parlare solo di sfortuna o di imponderabilità. Se si esclude l’incidente che è costato la vita a Federico Esposito, non è un caso che gli altri quattro abbiano coinvolto i piloti della classe 1.000. Si deve quindi valutare con estrema attenzione se le prestazioni delle moderne “ipersportive” siano accessibili ai piloti amatoriali. Le moto e le gomme (anche gli amatori possono acquistare quelle utilizzate dai piloti del mondiale Superbike) sono in grado di prestazioni al limite, ma visto quanto è successo bisogna chiederci se gli amatori siano effettivamente in grado di sfruttare tutta questa tecnologia. Sia chiaro che questa non è un’accusa nei confronti degli amatori, ragazzi che ce la mettono tutta e che sono pronti ad ogni sacrificio pur di sfogare in pista la propria passione, ma che proprio per questo vanno tutelati.   

E’ arrivato il momento che la Federazione Motociclistica Italiano intervenga per stabilire se non sia il caso di limitare le prestazioni delle moto utilizzate dagli amatori, così come la possibilità di inserire una “super licenza”, che stabilisca se un pilota non professionista possa o meno partecipare a gare in pista utilizzando moto di 1000 cc di cilindrata. 

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