L'India fra transizione elettrica e Coronavirus: vendite moto più deboli

L'India fra transizione elettrica e Coronavirus: vendite moto più deboli
E' quello che si prospetta per il mercato numero uno al mondo quest'anno, che dopo tre milioni di unità perse nel 2019 potrebbe faticare ancora di più nel 2020, vedendo anche come è andato il primo bimestre
12 marzo 2020

Le questioni legate alla diffusione del coronavirus, in questa circostanza ascrivibili all'importazione di componentistica, stanno creando qualche contraccolpo anche alle vendite motociclistiche in India.

Quello che è diventato il principale mercato mondiale ai danni della Cina, con 19 milioni di unità vendite nel 2019, aveva già accusato una sensibile flessione (pari a -14,4%) l'anno scorso; una perdita quantificabile in oltre tre milioni di unità e arrivata probabilmente alla fine di una forte curva di crescita difficilmente sostenibile.

La situazione delle vendite quest'anno potrebbe anche peggiorare per almeno due motivi: l'introduzione della normativa BS 4 sulle emissioni prevista ad aprile e – paradossalmente – la spinta verso la riconversione elettrica pianificata per i motocicli di cubatura medio piccola nei prossimi cinque anni.

Il primo ministro indiano Narendra Modi
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Il governo indiano presieduto da Narendra Modi ha chiesto alle case costruttrici di compiere un grosso sforzo per passare dal termico all'elettrico.
Un gruppo di esperti ha infatti calcolato come il 60% del consumo nazionale di carburante derivi dai mezzi a motore più diffusi: piccole moto e scooter.
Il fatto è che Modi ha chiesto di compiere questo passaggio entro il 2025, quindi in tempi compressi, per il 90% della produzione fino a 150 cc. Un volume che in India rappresenta oltre il 90% delle vendite: 17 milioni soltanto l'anno scorso.

Nel 2019, però, gli scooter elettrici sono stati appena 32.500 e in più hanno sofferto un calo del 34% rispetto all'anno precedente. Insomma, la strada è molto in salita.
Il fatto è che gli scooter elettrici soffrono per i problemi ancora insiti in questa tecnologia (autonomia soprattutto) e che hanno un costo d'acquisto più alto.

Tutto questo non lascia insomma ben sperare per le vendite di quest'anno.

Intanto nel bimestre gennaio-febbraio 2020, il mercato domestico è arrivato a 1.460.800 unità, in calo del 21% rispetto al 2019. Le esportazioni sono invece cresciute del 15% arrivando a 1.630.300, il saldo sale così a 3,1 milioni: -5%.

Il leader del mercato interno, Hero MotoCorp, a febbraio ha registrato una pesante flessione interna, da 600.000 a 480.000 unità (-20%) con esportazioni di appena 16.500 unità e in contrazione.

Bajaj Auto, sempre nelle vendite in India, è scesa a 147.000 unità circa (-21%) ma il suo export è salito del 15% a quota 141.000, TVS Motor è calata a 169.700 (-26%) e aumentata del 23% nell'export (66.000 unità).

Royal Enfield è andata invece in controtendenza (+2%) con 61.200 moto vendute; ha perso però nelle esportazioni (-8%) consegnando 2.564 unità. Suzuki India, da parte sua, è cresciuta del 5% totalizzando quasi 59.000 vendite.

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