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L'india ha ceduto alla Cina il ruolo di principale mercato motociclistico mondiale.
Lo aveva conquistato nel 2016 proprio ai danni della Cina quando in quel paese furono introdotte regole anti inquinamento molto severe ai danni delle due ruote.
Nel 2019 in India la somma di ciclomotori, moto, scooter e tre ruote (categoria molto diffusa nel sub continente) si era attestata sui 19 milioni di unità, peraltro il calo di quasi il 14% su quel 2018 che era stato l'anno record. Nel 2020 più dell'introduzione della nuova omologazione BS6 sulle emissioni ha pesato, come è noto, la pandemia.
Dopo un primo trimestre chiuso a -24% è arrivato il -72% del secondo trimestre e a poco è servita la ripresa del terzo (-4%) se non a contenere la perdita a fine 2020: -23% per un totale di 14,8 milioni di unità.
Di questo forte calo ne hanno sofferto tutti i costruttori, meno Hero MotoCorp che è il maggior produttore indiano e che ha aumentato la propria quota di mercato del 37%.
La rivale Honda Motorcycle and Scooter India ha perso quasi il 24%. Bajaj Auto ha patito un -22,4% e in negativo sono stati anche TVS (-20%), Royal Enfield (-33%), Suzuki (-30%) e Yamaha (-18,5%) e a soffrire maggiormente sono stati i marchi non indiani che hanno visto ridursi la propria quota di mercato sul totale.
Anche perché a essere calate sono state soprattutto le vendite dei modelli di cilindrata più alta, più costosi e delle marche occidentali, mentre i modelli di accesso e di piccola cilindrata hanno retto meglio in virtù delle caratteristiche del mercato indiano, una realtà che Hero pare aver compreso meglio di altri.
fonte dati motorcyclesdata.com