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La notizia risale alla fine di marzo, quando Kim McGuinness - commissario a capo della Polizia criminale della Contea di Northumbria – ha invitato il Governo a valutare l'obbligo di installare dispositivi elettronici di tracciamento sulle moto da fuoristrada.
La sua intenzione è di combattere “l'uso improprio delle moto e i comportamenti antisociali nella regione e non solo”.
“Non mi riferisco ai motociclisti rispettosi della legge – ha spiegato -. Sto parlando di piantagrane, spesso giovani che guidano moto che non potrebbero circolare su strada e che a volte sono rubate”.
Il tracker permetterebbe da una parte di combattere i furti rintracciando le moto rubate (sempre che il tracker non venga rimosso e già diversi concessionari offrono il montaggio di questi dispositivi). Dall'altro servirebbe a controllare che le moto non battano percorsi vietati e che non superino i limiti di velocità: nella contea inglese, al confine con la Scozia, a nord di Newcastle, ci sono fra l'altro due parchi naturali.
La richiesta ha sollevato molte critiche da parte delle associazioni di motociclisti. “Questo provvedimento è concepito male, non rispetta la privacy personale e rischia di avere uno scarso impatto sui trasgressori che potrebbero semplicemente disattivare o rimuovere il dispositivo – ha detto Craig Carey Clinch del National Motorcycle Council - mentre tutti i motociclisti rispettosi della legge saranno sottoposti a controlli come se fossero dei criminali.
Il presidente della federazione motociclistica britannica, Jim Freeman, ha osservato che secondo questa logica occorrerebbe geolocalizzare anche automobili, biciclette e persino scarpe “dal momento che un criminale potrebbe usarle altrettanto facilmente per raggiungere il suo scopo”.
“Ci opponiamo a questa ingiusta e sinistra proposta. L'uso obbligatorio dei tracker è una condanno inflitta dai tribunali dopo processi e verdetti di colpevolezza.
La proposta equivale a una punizione collettiva che colpisce centinaia di migliaia di motociclisti, che non hanno fatto nulla per essere trattati come dei criminali, insieme a una piccola minoranza di colpevoli".