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Ridurre l’inquinamento acustico e migliorare l’efficiacia delle normative sulle emissioni sonore. È questa una delle quattro sfide raccolte dall’Acem , l'associazione europea dei costruttori di motoveicoli, nel corso del lancio del “Vision 30+”, una serie di documenti strategici che delineano la visione dell'industria motociclistica per il futuro del motociclismo in Europa.
Nel corso della conferenza, i leader del Parlamento e della Commissione europea hanno preso in analisi una serie di studi del passato per cercare di prevenire il rumore eccessivo delle moto. Nel 2016-17, durante un quadro di omologazione UE per i veicoli della categoria fu incaricato un consorzio di esperti per studiare il potenziale dei nuovi limiti sonori nella fase Euro 5.
A causa però del contenuto della relazione, del basso numero di veicoli testati e di alcune conclusioni ritenute poco solide fu deciso di riesaminare la relazione.
A differenza di quella del 2017, la revisione effettuata nel 2021, secondo quanto riportato dalla stessa Acem, è stata compilata in maniera obiettiva e soprattutto guidata da leader del settore come l’Istituto per la valutazione dell’impatto (IAI) e Acustica, una società specializzata proprio in questo tipo di ingegneria.
A supporto anche l’Università di Tecnologia di Graz che ha effettuato uno studio sul rumore emesso da otto veicoli a due ruote valutandoli in base al rumore di aspirazione, del motore, di scarico e quello complessivo.
Le conclusioni sono state accolte con favore dalla stessa Acem che, secondo quanto emerso, mostrano che una riduzione del limite di 2 dB sarebbe tecnicamente ed economicamente molto impegnativa per i produttori. Non solo, grazie a questo tipo di lavoro approfondito sembrerebbe ormai chiaro e soprattutto irrealistico pensare di poter ridurre i limiti di 5db.
È così che, una volta portate a termine le analisi sulla valutazione d’impatto, Acem ha deciso di supportare la Commissione Europea al fine di trovare e delineare una futura proposta di nuovi limiti di livello sonoro.