Inchiesta. I giovani amano ancora la moto?

Inchiesta. I giovani amano ancora la moto?
Social network, smartphone, telefonini. Possibile che siano davvero solo queste le passioni dei giovani oggi? Moto.it è andata a indagare nelle principali città italiane, per scoprire se le due ruote sono ancora nel cuore dei sedicenni
23 maggio 2012


Sempre meno giovani


E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che la passione per le moto, se una volta era parte del DNA di moltissimi giovani, oggi sia appannaggio dei 30 – 40 enni e oltre. Basta guardarsi in giro e sotto i caschi non sono più frequenti come un tempo le facce giovani. Così come ai Saloni più importanti l’età dei visitatori si è alzata.

La nostra ricerca


Per cercare di capire meglio questo fenomeno abbiamo voluto sentire direttamente dai teen ager di oggi il loro parere. Siamo andati in 4 licei, classici e tecnici, in tre città diverse (Milano, Roma, Catania) e in ciascun liceo abbiamo intervistato 10 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Scegliendo tra cinque possessori di moto o scooter e cinque non motorizzati; per un totale di 120 interviste.

Gli obiettivi


La ricerca non ha un valore scientifico, non è quello il nostro scopo. Vogliamo invece capire meglio alcuni aspetti di questo “allontanamento” dalle due ruote a motore e spingerci anche oltre, indicando le vie di un possibile recupero di questa passione.

Chi non ha la moto


Entriamo nel merito delle cause che lasciano i ragazzi senza moto e/o scooter. Per il 60% degli intervistati sono i genitori che ostacolano l’acquisto di un motorino benché i figli lo chiedano.
         

Se si vuole aumentare la diffusione delle moto tra i giovanissimi bisogna quindi lavorare sulla percezione della sicurezza dei mezzi a due ruote, sia dei ragazzi che dei genitori

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La motivazione principale addotta è la paura che i figli si possano fare male. Il restante 40% non è interessato. E’ però solo il 10% dei ragazzi che viene accompagnato in auto dai genitori, mentre il restante 90% si arrangia con mezzi pubblici e in parte minore in bicicletta e a piedi. La necessità di restare in contatto con gli amici è ovviamente ancora fondamentale, ma se una volta era necessario spostarsi, oggi quasi tutti gli intervistati che non hanno un mezzo a motore, lo fa con l’uso di cellulari e social network (equamente divisi). Eppure i giovani intervistati sono al 60% sportivi (praticano almeno uno sport durante la settimana), dunque non cadiamo nell’errore di immaginarci solo ragazzi pigri e svogliati.

Ma passiamo agli aspetti pratici e sui quali si potrebbe lavorare per migliorare la situazione. Innanzi tutto la quasi totalità dei ragazzi intervistati ha amici con moto e scooter. Il 75% (maschi e femmine), pensa che con la moto “si becchi” di più e soprattutto il 100% degli intervistati è convinto che un mezzo a due ruote a motore renda più indipendenti. Ciò aiuta a capire che chi crede che avere una moto sia controproducente, e che porti alla esclusione dal gruppo, si sbaglia di grosso. Interessante poi constatare che un terzo dei ragazzi è “incuriosito e allettato” dalle pubblicità di settore e che il 75% parteciperebbe volentieri a prove organizzate fuori dalla scuole.

Chi ha la moto


Innanzi tutto inquadriamo la tipologia di motociclisti: dei 60 giovani intervistati abbiamo scoperto che il 56% possiede scooter (di cui solo una minoranza, fino a 50 cc) e il restante 44% utilizza moto, nel 90% dei casi sopra ai 50 cc. Nonostante la giovane età il 42% è già al secondo mezzo.

I motivi che hanno spinto questi ragazzi all’acquisto sono stati: nel 50% dei casi la necessità di spostarsi autonomamente, nel 33% c’è stato un “contagio” dai genitori e solo il 17% degli intervistati è stato spinto dalla curiosità e dagli amici. Decisamente non rientra nei parametri di “dissuasione” del motorino l’esame della patente, genericamente definito come un grande ostacolo. La realtà dei fatti dice che il 90% degli intervistati non ha trovato difficoltà nel superare le domande. Tra i possessori degli scooter meno della metà si dichiara interessato al passaggio alla moto. Anche se in questo caso potrebbe influire uno dei problemi maggiori evidenziati durante la nostra ricerca: il costo dell’assicurazione, oggi percepito come un vero problema.


Chi viaggia su due ruote conferma con un’alta percentuale (c.ca 75%) che in moto si fa più colpo sulle ragazze e soprattutto (nel 99% dei casi) che si gode di maggiore libertà e indipendenza. Questa alta percentuale è condivisa anche da chi la moto non ce l’ha.
Si dichiara infine appassionato motociclista poco meno della metà degli intervistati.

Conclusioni


Dal sondaggio emerge che i ragazzi hanno ancora le stesse esigenze di mobilità e di indipendenza di una volta. Mentre per socializzare tra di loro oggi non mancano gli strumenti e la moto sembra aver perso la valenza aggregante di 10 o 20 anni fa. Gli stessi ragazzi ritengono anche di acquisire fascino ala guida di una moto.
La rinuncia alla moto per chi la desidera sembra invece connessa a due fattori: il rifiuto fermo dei genitori e il costo considerato eccessivo per la gestione ordinaria. Infatti anche chi si accontenterebbe di un mezzo usato, trova insostenibile il costo dell’assicurazione (94% dei possessori e 76% dei non motociclisti).

Cosa fare


Se si vuole aumentare la diffusione delle moto tra i giovanissimi bisogna quindi lavorare sulla percezione della sicurezza dei mezzi a due ruote, sia dei ragazzi che dei genitori. Campagne che mettano l’accento sullo sviluppo e sul miglioramento dei sistemi di sicurezza attiva dei veicoli (Abs, controlli di trazione, air bag incorporati nel veicolo, sistemi di illuminazione intelligente e di prevenzione degli incidenti, di dialogo tra veicoli, di controllo della pressione dei pneumatici) aiuterebbero a diminuire dubbi e paure.

Opportuno appare altresì premere sul taglio dei costi delle assicurazioni, che sono vissuti come un forte disincentivo.

 

Puntare anche su sistemi che integrino sempre di più la tecnologia di infotainment (intrattenimento “digitale”) con i mezzi, come stanno facendo le automobili. La ricarica degli smartphone integrata, il bluetooth nei caschi, l’applicazione che comunica agli amici quando si entra nel loro raggio di azione, ecc.

Anche noi media possiamo fare di più, cercando di “interagire” maggiormente con un certo tipo di pubblico più giovane, utilizzando forme, più che strumenti, vicini alle esigenze e alle abitudini dei ragazzi.

Essendo poi il nostro un Paese particolare, dove i figli indugiano troppo a uscire di casa, giova ricordare a tutti i genitori il ruolo che la moto ha sempre rappresentato: un acceleratore del processo di crescita e di indipendenza di tutti i ragazzi.


Ippolito Fassati


Interviste di:


Cristina Bacchetti, Milano.
Jacopo Orsini, Roma.
Antonio Privitera, Catania.

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