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Il braccio di ferro continua anche all'ombra dell'albero di Natale. L'ala dura del Governo (Speranza, Franceschini e Boccia) spinge per maggiore prudenza e per un'ulteriore stretta durante le festività. L'obiettivo, più volte dichiarato, è quello di evitare la temuta terza ondata. Ora che numero di contagi e indice RT sono in calo, un Natale all'insegna della spensierata socialità vanificherebbe i sacrifici fatti durante l'autunno.
Per contenere il contagio si sta pensando di applicare le restrizioni (tutte o in parte) previste nelle Zone rosse. Questo provvedimento sarebbe valido in tutt'Italia e in tutti i giorni festivi e prefestivi dal 24 dicembre al 6 gennaio.
In concreto, questo significherebbe tornare, in quei giorni, a spostamenti consentiti solo in caso di necessità o per motivi di salute e lavoro; con ristoranti, bar e attività commerciali non indispensabili che abbasserebbero nuovamente la serranda.
Una doccia fredda per chi si aspettava invece qualche deroga in più, magari un ricongiungimento familiare. La direzione in cui sta andando il Governo è quella contraria. Il Ministro Francesco Boccia in TV è stato chiaro sulle priorità: "Si fa il cenone di Natale? La mia risposta è no, lo faremo l’anno prossimo. Ipotizzare assembramenti è folle. Noi abbiamo il dovere di salvare vite".