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Fondata dall’eclettico Leopoldo Tartarini nell’ormai lontano 1959, e oggi gestita dal figlio Massimo, l’Italjet si è sempre distinta per le sue creazioni decisamente fuori dal coro, principalmente motociclistiche, ma anche a tre o quattro ruote. I più anzianotti ricorderanno con nostalgia i mitici Mustang e Vampiro, cinquantini degli anni sessanta. Ma anche la Grifon 650, con motore bicilindrico Triumph Bonneville. Mentre i più giovani non avranno certo scordato scooter assolutamente cult come il Formula 125 bicilindrico a due tempi, e l’incredibile Dragster con telaio a traliccio e sospensione anteriore monobraccio!
Oggi, la Casa bolognese affianca all’attuale gamm di moto, scooter e quad anche questa bella bicicletta a pedalata assistita, realizzata con estrema cura nelle rifiniture e dal look stile cruiser, innegabilmente accattivante. Dalle parti di Bologna deve girare un’arietta decisamente sulfurea, visto che questo bello e tenebroso velocifero (a proposito, Italjet aveva realizzato uno scooter con questo nome…) tutto nero opaco i Tartarini l’hanno chiamato Diablo: Leopoldo Tartarini, del resto, negli anni cinquanta fu pilota ufficiale, e per un paio d’anni anche concessionario Ducati: il riferimento alla Diavel quindi non ci pare affatto casuale...
La Diablo, che pesa 28 chili, ha un telaio in alluminio privo di sospensioni, con ruote da 24”. Il motore elettrico – da 025 kW con 17,5 Nm di coppia – funge da mozzo anteriore, affiancato da un freno a disco Tektro ad azionamento meccanico. Il freno posteriore invece è a tamburo laterale, incorporato nel mozzo contenente l’ottimo cambio Shimano Nexus a 8 velocità, azionato dal comando a manopola sul manubrio.
La pedalata assistita è attiva fino alla velocità di 24 km/h, dopodiché sta all’allenamento di chi sta in sella ottenere prestazioni superiori. La sella, regolabile in altezza da 860 a 970 mm, è in cuoio, con molloni posteriori, mentre le manopole sono ricoperte in pelle con finiture in alluminio anodizzato color bronzo. Da notare il largo manubrio tipo cross, montato arretrato su una pipa girata all’indietro. L’alimentazione è fornita da una batteria da 36 volt e 10,4 Ah al litio-ferro-fosfato, dalle dimensioni piuttosto compatte, sistemata dietro alla sella: pesa 4 kg, consente un’autonomia fino a 80 km e dovrebbe garantire circa 1.500 cicli di ricarica. Una dinamo alimenta i due faretti anteriori e il posteriore, comprendenti anche una luce di parcheggio automatica, che si spegne dopo 4 minuti. Il software elettronico è tarato in modo da fornire tre modalità di assistenza: basso (1:1,2), medio (1:2) e alto (1:3), visualizzate sull’apposito display lcd, che mostra anche il livello di carica della batteria, il chilometraggio percorso, la velocità istantanea, e il funzionamento delle luci.