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Ciao a tutti! Non sarà facile, forse non sarà nemmeno impeccabile, ma il campionato mondiale più affascinante che conosciamo torna a vivere e rombare come si deve: mercoledì prossimo 15 luglio, a Jerez, la giornata di test per tutte le classi e poi da venerdì finalmente il week end completo del GP di Spagna (qui gli orari). Che sarà seguito, sette giorni dopo e sulla stessa pista, dal GP di Andalusia. Una specie di gioco di prestigio. Moto3, Moto2, MotoGP e MotoE, finalmente tutti in pista. Soltanto due mesi fa sembrava un sogno.
Certo, Dorna ha dovuto ricorrere a diversi compromessi per ripartire: poche piste disponibili, un calendario concentrato e fittissimo, le presenze e gli spostamenti ridotti al minimo perché la situazione era delicata. E resta difficile tuttora, in realtà, perché il Covid continua a circolare, in Spagna e anche altrove ha ripreso vigore e sta creando problemi. Incrociamo le dita.
Qualcuno si lamenta perché le gare saranno a porte chiuse, e sostiene che si sarebbe potuto accogliere almeno qualche migliaio di spettatori; e poi naturalmente tutti i giornalisti avrebbero voluto partecipare e invece televisioni sì e carta stampata no, molti dovranno seguire l'evento da casa. Si poteva far meglio? Personalmente provo da tempo un certo fastidio nei confronti di chi protesta sempre e a prescindere, e ho il massimo rispetto per Carmelo Ezpeleta e la sua squadra: hanno avuto coraggio, tenacia e anche fantasia. Altri avrebbero fatto un passo indietro, "magari ne riparliamo a settembre...". Dorna ha tenuto la barra dritta.
E adesso non vedo l'ora che siano le moto e i piloti, a parlare, perché ci sono tanti aspetti inediti. Sul piano tecnico, come Cadalora sono molto curioso di capire in che modo le squadre utilizzeranno la stessa pista nei due GP consecutivi. Qualcuno sarà più lucido e ne trarrà un vantaggio mettendosi perfettamente a posto per la seconda gara; però magari sarà premiato chi sembrava pasticcione e viceversa, potremmo avere delle sorprese.
Ma sono soprattutto molto, molto curioso di verificare come sarà gestita dai vari manager e dai piloti questa difficilissima fase transitoria in termini di accordi, contratti, arrivi e partenze. Praticamente non c'è squadra che non viva una mezza rivoluzione. Da Honda a Yamaha, da Ducati ad Aprilia e KTM. Soltanto la Suzuki naviga in acque relativamente tranquille. Se n'è parlato tanto: i fratelli Marquez, i fratelli Espargaro, gli sconti sugli ingaggi del 2020 e i nuovi accordi per il biennio successivo, Valentino e il team Petronas che già bisticciano su chi comanda, Lorenzo in vacanza e la Ducati che non riesce a dimenticarlo, Dovizioso incompreso e la difficile trattativa che forse non è nemmeno partita, Iannone e la giustizia sportiva che lo tiene in ostaggio da mesi...
Finora se n'è parlato via teleconferenza, ma da mercoledì si cambia. Il campionato virtuale è finito, e la realtà sarà molto più complicata delle chiacchiere. In pista cambierà poco: quando abbassa la visiera del casco integrale ogni pilota sa fare una cosa sola, dà tutto il gas di cui è capace. Ma nel box? Dateci una telecamera in ogni box, finalmente va in scena lo spettacolo.