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Gli austriaci, quando si parla di moto, amano gli approcci (sia tecnici che estetici) diversi dal solito. Basta un colpo d'occhio, anche distratto, alla Johammer perché lo sguardo torni a fissarsi sull'anticonvenzionale proposta elettrica e il cervello si blocchi, incapace di registrare in tempi brevi l'oggetto a cui si trova davanti.
Considerazioni sul look... lumachesco a parte, la Johammer è un mezzo con diverse frecce al suo arco. Si parte dall'autonomia - la Casa dichiara 200 km reali grazie ad un pacco batterie da ben 12,7 kWh, ovvero un risultato paragonabile ad una moto convenzionale. Si prosegue con una vita utile dell'accumulatore (sviluppato internamente, visto che Johammer si occupa normalmente di questo) di 200.000 km prima di scendere al di sotto dell'85% della sua efficienza. Difficile che qualunque possessore possa mai raggiungere questo limite, tradizionalmente difficile da infrangere anche su moto normali.
Il motore elettrico è integrato nel mozzo posteriore, e riesce a funzionare tanto come unità propulsiva quanto come sistema di recupero di carica dall'energia cinetica. Anche la sospensione aneteriore, pur meno innovativa, è comunque ben poco convenzionale: si tratta di un sistema a forcellone con mozzo sterzante (un po' come su Bimota Tesi e Vyrus) che separa le forze frenanti da quelle dello sterzo. Spettacolari anche diversi tocchi come la strumentazione, assente dalla posizione tradizionale ed integrata invece in un pannello LCD negli specchietti.
Il prezzo? Prevedibilmente stratosferico. Si parte da 23.000 euro per la versione con pacco batterie meno performante, e si arriva a 25.000 per quella da 12,7 kWh. Non aspettatevi di vederne una ad ogni semaforo...