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Quando si parla di decarbonizzazione o di mobilità sostenibile le alternative sono relativamente poche: elettrificazione con batterie o con celle a combustibile, oppure - come è emerso in modo piuttosto evidente anche nell'ultimo Japan Mobility Show - il ricorso all'alimentazione a idrogeno o ad altri carburanti alternativi alla benzina che permettano di non rinunciare al motore a combustione interna e a molti decenni di sviluppo di questa tecnologia.
Nel caso dell'idrogeno Kawasaki è uno tra i player dell'automotive più importanti e tra pochi a portare avanti una ricerca a 360°, dato che alcuni dei temi sfidanti relativi all'adozione di questa alimentazione riguardano non soltanto la mera fisica e chimica del motore alimentato da idrogeno ma anche la sua produzione (vi consigliamo di leggere questo articolo di Maurizio Gissi) e il suo trasporto e la sua distribuzione. Da alcuni anni, Kawasaki, Yamaha, Mazda, Subaru e Toyota portano avanti uno sviluppo di motori a idrogeno e nel maggio 2023 - con lo stesso obiettivo ma con un focus sui veicoli "piccoli" come le moto - è nato l'Hyse, il consorzio formato, oltre che dalla Casa di Akashi, da Suzuki, Yamaha, Honda e Toyota,
Insomma, tutto questo per dirvi che quanto accaduto a Suzuka, nel corso dell'importantissimo appuntamento della 8 Ore di Endurance (magistralmente raccontata dal nostro Renè Pierotti su Moto.it e sui nostri social e dove - casualmente - Suzuki ha partecipato con una GSX-RR a tecnologia "sostenibile"), è un altro rilevante passo avanti verso lo sviluppo di una tecnologia molto promettente sul tema della decarbonizzazione. Kawasaki ha infatti portato al debutto la sua moto con motore a combustione interna alimentato a idrogeno sul circuito giapponese, ed è stata la prima dimostrazione pubblica in assoluto per una moto del genere (prodotta da una Casa rivolta al mercato di massa).
La mente va subito a un simile debutto di un paio di anni fa, quando un Side By Side Kawasaki alimentato a idrogeno aveva fatto un'apparizione a Motegi tuttavia qui è facile vedere ormai delle applicazioni concrete, non a brevissimo (si parla del 2030 come data per un iniziale risvolto produttivo concreto) ma la strada sembra tracciata, anche se molto dipenderà da come - e se - verrà sviluppata una rete distributiva capillare del carburante e dalle reazioni dei Governi dei vari paesi, molto spesso capaci di influenzare le scelte tecnologiche in ambito automotive.