Kevin Curtain si ritira a 47 anni

Kevin Curtain si ritira a 47 anni
Kevin Curtain pilota generoso e sfortunato lascia le corse a 47 anni per dedicarsi ai giovani. Un pilota d’altri tempi | C. Baldi
31 marzo 2014

Punti chiave

Nel weekend di gare del mondiale Superbike e Supersport di Phillip Island si disputano anche i campionati nazionali ed ogni volta andavo a controllare se nelle liste dei partecipanti alla Supersport o alla Superbike australiane ci fosse il suo nome: Kevin Curtain. E il suo nome c’era. Lo avevo conosciuto nel 2004 quando disputò la sua prima stagione completa nel mondiale Supersport con la R6 del team Yamaha Germany e si piazzò al sesto posto della classifica finale. Alto e magro, timido e sempre sorridente, Kevin aveva 38 anni, un età nella quale solitamente si pensa più al ritiro che non all’inizio di una carriera mondiale. Veniva da una lunga serie di vittorie in Australia, dove si era aggiudicato ben nove titoli nazionali in diverse categorie : 250, Supersport, Formula Extreme e Superbike. Nel 2003 disputò la gara della Supersport mondiale come wild card classificandosi al quinto posto con una Yamaha e fu li che il team Yamaha Germany lo notò e se lo portò in Europa.

E' nato il 22 Maggio 1966 a Lake Macquarie, nel Nuovo Galles del Sud ed aveva iniziato a correre a nove anni nelle gare junior, conquistando i titoli nazionali 80 e 125. Da lì in poi al centro della sua vita ci  arebbero state le corse in moto. Curtain è uno di quei piloti che non si lamentano mai. Saliva su qualsiasi cosa avesse due ruote e un motore e ruotava al massimo la manopola del gas.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese


Non l’ho mai visto andare piano. Ricordo ad esempio che nelle qualifiche del sabato a Brands Hatch, entrò in pista ad inizio turno e dopo un solo giro di lancio face segnare il miglior tempo, che resistette sin quasi al termine della sessione. Lui era così, non sapeva risparmiarsi. Un pilota generoso quanto sfortunato. Nel 2005 al suo secondo anno nel mondiale SS, ottenne il secondo posto e l’anno successivo si presentò all’ultima gara di Magny Cours in testa alla classifica con 18 punti di vantaggio su Charpentier, campione del mondo uscente. Gli sarebbe bastato un ottavo posto, se il francese avesse vinto. All’incirca a metà gara Curtain era un quarta posizione con il mondiale in mano ma cadde e ruppe un semi manubrio, senza avere così la possibilità di rientrare in pista. Vedersi sfuggire un titolo mondiale a quaranta anni deve essere stato un colpo tremendo. Chiesi a Nannelli che lo seguiva in quinta posizione cosa fosse successo. «Non riesco a capire – mi disse il Nanna – non stavamo forzando. Io sapevo che Curtain si stava giocando il mondiale e non lo volevo ostacolare. Lo seguivo da vicino, ma all’improvviso l’ho visto perdere l’anteriore e cadere. La pista non era sporca in quel punto e lui non ha fatto nulla di strano».

Un’innocua ed inspiegabile scivolata, che gli costò il titolo di campione mondiale Supersport. Ma forse il vero motivo della sua caduta va ricercato proprio nel fatto che Kevin non stava forzando. Lui non era abituato a dosare il gas e quando ci ha provato forse ha perso la concentrazione ed è caduto. L’anno successivo purtroppo fu centrato da un altro pilota in prova e subì un grave infortunio alla gamba. Rimase lontano dalle piste per due anni e fu la fine della sua carriera mondiale. Ma a 43 anni l’idea del ritiro non lo sfiorò minimamente e iniziò la fase due della sua carriera australiana. Trovò un accordo con un team Yamaha e riprese a correre e a vincere in diverse categorie.

Ho avuto la fortuna di vivere una vita interessante e grazie alle corse ho girato il mondo ed ho incontrato alcune persone incredibili


Ora però a 47 anni ha detto basta. «Ho avuto la fortuna di vivere una vita interessante e grazie alle corse ho girato il mondo ed ho incontrato alcune persone incredibili – ha affermato Kevin - però adesso mi sono accorto di non avere più le motivazioni necessarie per dare il massimo alla mia squadra ed ai miei sponsor ed è arrivato il momento di smettere. Le competizioni sono state una parte importantissima della mia vita e quindi non è stata una decisione facile da prendere. Non abbandonerò completamente le piste e seguirò un campionato nazionale per dare una mano ai giovani».

Argomenti