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Danilo Petrucci piace. Piaceva prima, quando era un pilota di MotoGP con una storia tutta particolare e un fisico non adattissimo ad asfalto e velocità, e piace ancora di più adesso che è entrato nella storia del motorsport come primo e unico pilota da corsa a vincere anche una tappa della Dakar.
Lo schema è quello delle fiabe: l’anatroccolo che diventa un cigno ma, visto che è di motorsport che si parla, il paragone rende ancora di più l’idea se ci mettiamo in mezzo la storia di Re Mida. Chi era? Era un personaggio che trasformava in oro tutto ciò che toccava. Proprio come Danilo Petrucci adesso.
Ecco perché sul ternano potrebbe scatenarsi a breve (ammesso che non si sia già scatenata) una corsa in cui Petrucci, probabilmente per la prima volta nella sua vita, non è un concorrente, ma il traguardo.
Lui, dalla sua, lo ha già detto: “il sogno, per me, è ancora la MotoGP”. Rientrare gli piacerebbe e l’impressione è che tre marchi su tutti, KTM, Ducati e Aprilia, potrebbero riaprirgli una porta che il Circus gli aveva maldestramente (e forse anche un po’ troppo rapidamente) chiuso in faccia.
Il motivo, però, non sta tanto nel fatto che si tratta di un pilota che comunque è stato capace di vincere per ben due volte in MotoGP, ma in ciò che Danilo Petrucci oggi rappresenta: la faccia pulita e vincente che, da sola, potrebbe far volare i dati di vendita. Se è vero, infatti, che il mercato delle moto è in crisi più per l’assenza di materie prime che per questioni legate al Covid-19, è altrettanto vero che il mercato sta notevolmente cambiando, con le così dette enduro di media cilindrata che, ormai, si candidano a diventare leader assolute nei listini.
E proprio KTM, Ducati e Aprilia, ultimamente, hanno deciso di investire molto su questa fascia, proponendo nuovi modelli che, se le previsioni sono azzeccate, potrebbero rimpiazzare presto le endurone da viaggio. Moto, le enduro medie, che ormai somigliano sempre di più, anche nell’estetica, a quelle utilizzate, appunto, per la Dakar, con il successo del mitico rally del deserto che quest’anno sta facendo il resto. Ecco perché se prima sembrava scontato che Danilo Petrucci, dopo l’esperienza nella Dakar, si sarebbe accontentato di finire nel MotoAmerica con Ducati, adesso le prospettive per lui sono ben diverse. E probabilmente sono anche più di una, visto che già da più parti si parla, per lui, della possibilità di qualche wildcard in MotoGP.
I primi ad offrirgli questa opportunità potrebbero essere stati proprio quelli di KTM, che hanno avuto l’intuizione di mettergli a disposizione una moto per il rally nel deserto quasi a compensazione del benservito che gli hanno rifilato a mondiale in corso, per fare posto a Raul Fernandez e Remy Gardner nel Team Tech3. Il collaudatore di KTM, Kallio, ha un’età tale per cui difficilmente si potranno prospettare partecipazioni ai gran premi e Dani Pedrosa ha già detto più volte che esserci come wildcard non è tra le sue priorità.
Per Danilo Petrucci, invece, sarebbe un’occasione importantissima, con KTM che, dalla sua, riuscirebbe a fidelizzare il pilota per poter così associare il suo volto alla sua ricca gamma di modelli che spazia dalle hypernaked alle specialistiche per il cross.
Da questo punto di vista, però, avere Danilo Petrucci tra i propri piloti potrebbe essere un colpaccio anche per Ducati, con la DesertX appena proposta sul mercato, e per Aprilia, che in quella fascia sta spingendo molto con la Tuareg 660. Sia Ducati, sia Aprilia hanno, dalla loro, i piedi anche in MotoGP ed è chiaro che potrebbero avere in canna la contropartita che a Danilo Petrucci interessa. Che, sia chiaro, non significa una sella fissa per il 2022, ma la possibilità di provarci ancora in quel motomondiale che, deserto a parte, considera ancora la sua casa.