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Dopo tre anni di sviluppo KTM ha svelato il prototipo della E-Duke, la versione elettrica della nota naked. Il modello è ora esposto al KTM Motohall di Mattighofen, il museo ufficiale della Casa austriaca, ma la sua presenza solleva più interrogativi che certezze sul futuro dell'elettrificazione del marchio arancione.
Le immagini del prototipo sono state diffuse da Rok Bagoros, stuntman ufficiale di KTM, mostrando quello che sembra essere un esemplare pressoché definitivo della moto elettrica.
L'idea della E-Duke nasce nel 2022, quando KTM aveva inserito il modello in una slide aziendale intitolata "E-Motorcycles Under Development". Insieme alla Duke elettrica figuravano anche la gemella Husqvarna E-Pilen, una pit bike per bambini e una Freeride E LV. L'annuncio aveva generato grande interesse e scalpore nel settore, considerando quello che era l'approccio di KTM verso l'elettrificazione. Da allora, però, il progetto era sparito dai nostri radar.
Il prototipo ora esposto conferma che il lavoro - immaginiamo fino a qualche mese fa - è proseguito dietro le quinte. Visivamente, la E-Duke mantiene una forte somiglianza con le sorelle a combustione interna 125 e 390, utilizzando un telaio tubolare che appare come un'evoluzione di quello delle Duke tradizionali. Anche il forcellone e il telaio posteriore sembrano derivare direttamente dalla gamma esistente, mantenendo l'ammortizzatore posteriore laterale che caratterizza l'estetica della famiglia Duke.
Secondo le informazioni emerse nel 2022, la E-Duke dovrebbe sviluppare una potenza di picco di 11 kW, equivalenti a circa 13,4 CV, e dovrebbe essere alimentata da una batteria da 5,5 kWh non removibile. Queste specifiche la posizionerebbero in diretta concorrenza con modelli come la Meaving RM1S e la Kawasaki Z E-1, segmento che sta vivendo una fase di crescente interesse ma ancora limitato dal punto di vista commerciale.
Il destino commerciale della E-Duke è ora strettamente legato alle conseguenze della crisi finanziaria che ha colpito KTM nel 2024. Il gruppo austriaco è stato salvato dal partner industriale Bajaj con un intervento stimato di oltre 600 milioni di euro, operazione che ha inevitabilmente ridefinito le priorità strategiche dell'azienda.
La crisi finanziaria e il conseguente cambio di controllo sollevano però interrogativi sulla continuità di questi piani. Il mercato delle moto elettriche di piccola cilindrata comunque stenta, con vendite ancora limitate in Europa e Nord America. In questo contesto, Bajaj e il nuovo management potrebbero preferire concentrare le risorse sui modelli a combustione interna più redditizi, rimandando l'investimento nell'elettrico a futuri ed eventuali tempi più favorevoli.
Fonte: Visordown