L’appello di Nico Cereghini: liberi finalmente, ma il pericolo è alto!

Negli ultimi giorni troppi incidenti sulle strade, addirittura alcuni schianti frontali tra motociclisti. Dopo mesi di lockdown siamo finalmente liberi di andare ma siamo tanti, le strade sono in disordine, occorre raddoppiare prudenza e attenzione. E ai più esagitati dico…
3 giugno 2020

L’avrete saputo: troppi incidenti con motociclisti coinvolti, in questi ultimi giorni. Addirittura urti frontali tra moto, tra motociclisti. E troppe vittime. E’ una tragedia sulla quale dobbiamo assolutamente riflettere insieme. Soltanto nell’ultimo “ponte”, dal 30 maggio al 2 giugno, almeno cinque episodi gravissimi finiti sui giornali: a Monte San Savino, poi in Val di Susa, sul Monte Grappa, in Val Taleggio nella bergamasca, e a Capannori, in Lucchesia. Con otto morti e tanti feriti gravi. Aspettiamo i dati generali per capire se davvero c’è stato un aumento degli incidenti, ma intanto ciò che leggiamo è allarmante.

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Intendiamoci, forse non sarà come dicono le cronache: le prime ricostruzioni magari parlano di un terribile incidente frontale, con alta velocità e invasione di corsia, e in qualche caso poi emergerà una precedenza mancata, o addirittura un errore di guida anche piccolo che ha determinato un contatto molto sfortunato. Il punto che ci riguarda tutti è questo: dopo tanti mesi di lockdown siamo usciti sulle strade, avrete notato quante moto erano in giro dappertutto nel week end, in Lombardia per esempio fino al 2 giugno eravamo tutti confinati nella regione e siamo davvero tanti. E’ stata una uscita in massa, e magari molti di noi non sono allenati, si distraggono più facilmente, e anche le moto non sono così in forma. Del resto tutti hanno il diritto di andare, si capisce, e con tantissime moto in giro e le strade spesso in disordine, i rischi aumentano. Dunque per cominciare voglio invitarvi ad essere ancora più attenti e prudenti. Un invito al rispetto delle regole e al senso di responsabilità.

E poi quelli che esagerano. Io in questi giorni ho visto la maggior parte dei motociclisti felici, tranquilli e rilassati; ne ho visti pochi oltre i limiti, però ricordo anche i commenti qui sul sito dieci giorni fa. La domanda era “come avete visto gli altri motociclisti nel primo w.e. di libertà” e qualcuno di voi già raccontava di strade usate come piste, di tagli di curva e sorpassi azzardati. Dunque il fenomeno purtroppo c’è, e tutti lo vediamo.

Qui c’è un problema drammatico che va affrontato. Ci sono i lutti, e il dolore delle famiglie da una parte, e poi il fastidio, crescente, per la moto e per noi motociclisti. Abbiamo protestato per la chiusura di molte strade in Tirolo (là il pretesto è stato il rumore) ma anche qui - attenzione! - si rischia la chiusura di molti percorsi. Le proteste salgono: ad esempio negli ultimi giorni sulla statale Alemagna, in val Lapisana (nei comuni di Nove e Fadalto), i sindaci annunciano che ricorreranno al Prefetto. Sono percorsi bellissimi e ricchi di curve, da sempre amati dai noi motociclisti, ma negli ultime w.e. i cittadini sono preoccupatissimi: tantissime moto, alta velocità e rumore, con incidenti e rischi inaccettabili anche per la popolazione.

Qualcuno sul sito e sui social mi ha scritto “basta prediche”. Ok. Allora cosa possiamo fare, cosa fareste voi? Prima mi rivolgo a tutti e raccomando l’attenzione e la prudenza. Poi provo a rivolgermi anche ai più esagitati, quelli che scambiano la strada per la pista, mettendoli di fronte alla loro responsabilità. Lo so che uno potrebbe dirmi: che cavolo vuoi da me, io non ho buttato giù proprio nessuno in tutta la vita, io so guidare e non ho colpe. Ma oltre al tema del rispetto delle regole, che comunque resta sacro, occorre riflettere anche sull’esempio che si dà, sulla emulazione che si suscita. Quanta gente prende a modello questi piloti della domenica e si mette nei guai? Ci sono le responsabilità dirette, ma ci sono anche quelle indirette, su quegli incidenti e anche su quelle vittime.

E allora, per chiudere, faccio una raccomandazione particolare a coloro che hanno la testa sulle spalle: voi sapete benissimo chi, nel vostro gruppo, tende ad esagerare e a mettersi nei guai. Come fa il capitano nella squadra di calcio, usate il vostro carisma e la vostra esperienza per far ragionare i più agitati e rimetterli nei ranghi. Contiamo su di voi!