L'impegno e la passione di BMW per la ricerca

L'impegno e la passione di BMW per la ricerca
BMW Group Italia dal 2001 sostiene l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano con un investimento di 1,5 mln/euro per la ricerca sulla medicina rigenerativa per la cura delle malattie nervose e della traumatologia midollare
23 giugno 2010


Sottovalutare la ricerca significa togliere la speranza.
Ammalarsi anche pochi anni fa di molte patologie a prognosi infausta avrebbe significato avere ben poche speranze. Oggi invece, per quelle stesse malattie, solo grazie alla ricerca, si può non solo sperare, ma avere altissime possibilità di guarire completamente.
I medici mettono in pratica ciò che i ricercatori hanno scoperto con il loro lungo e silenzioso lavoro.

Fortunatamente il velocissimo processo di sviluppo avuto dalla tecnologia (microprocessori sempre più potenti) negli ultimi anni ha permesso di trovare nuove forme di ricerca prima difficilissime da sviluppare per la complessità dei calcoli richiesti (genetica) e di dare nuove speranze.

La tecnologia al servizio dell’uomo. E’ proprio questo il concetto che vede da sempre l’impegno di BMW. La casa automobilistica tedesca è sempre stata all’avanguardia nella ricerca di sistemi attivi e passivi che potessero aiutare a salvaguardare l’uomo*.

Da cinque anni consecutivi BMW conquista il Dow Jones Sustainability Index, come l’azienda automobilistica più sostenibile del mondo. La passione per la ricerca e l’innovazione coniugata con la responsabilità sociale d’impresa hanno sempre caratterizzato BMW. Ecco quindi facilmente spiegato il motivo per cui BMW è scesa in campo a fianco dell’Ospedale San Raffaele di Milano: per mettere l’uomo al centro delle esperienze.

BMW Group Italia in questi nove anni ha sostenuto le ricerche svolte dal San Raffaele sulle cellule staminali adulte del cervello con un investimento di oltre un milione e mezzo di euro

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Il connubio con l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano è nato in modo naturale nel 2001 come l’incontro di due eccellenze nel campo della ricerca. BMW Group Italia in questi nove anni ha sostenuto le ricerche svolte dal San Raffaele sulle cellule staminali adulte del cervello con un investimento di oltre un milione e mezzo di euro. Un’iniziativa che non ha eguali nel nostro Paese e che viene replicata anche nel 2010.

Nel 2008 questa relazione ha ricevuto la consacrazione con l’inaugurazione della BMW Research Unit-HSR, guidata dal Prof. Gianvito Martino, direttore dell’Unità di Neuroimmunologia dell’Istituto di Neurologia Sperimentale del San Raffaele di Milano. « La BMW Research Unit-HSR è il nostro fiore all’occhiello che apre scenari molto promettenti per la cura di malattie importanti e di lesioni determinate da traumi midollari » ha dichiarato Gianni Oliosi, direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione.
La medicina rigenerativa si propone infatti di curare le malattie avvalendosi di terapie a base di cellule staminali e di organi ricostruiti in laboratorio con materiali biologici. La finalità ultima di questa disciplina è quella di riparare (rigenerare) gli organi umani danneggiati dalle malattie in modo tale da restituire loro struttura e funzione originaria. In un futuro prossimo la medicina rigenerativa dovrebbe essere in grado non solo di rigenerare i tessuti con cellule staminali e biomateriali, ma anche di sostituirli con tessuti artificiali costruiti interamente con biomateriali e identici a quelli originali.

L’Unità di Neuroimmunologia che opera presso l’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSPE) dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano si occupa da anni di medicina rigenerativa e, in particolare, studia i meccanismi biologici alterati che fanno da sfondo ad alcune delle più gravi malattie che colpiscono il cervello e il midollo spinale. La finalità ultima del lavoro del gruppo di ricercatori è quella di sviluppare nuove terapie rigeneranti basate sull’utilizzo delle cellule staminali del cervello e in grado di rigenerare i tessuti nervosi danneggiati.
« Gli studi fin qui compiuti – ha dichiarato Gianvito Martino, responsabile dell’Unità di Neuroimmunologia del San Raffaele di Milano e direttore della BMW Research Unit HSR – hanno dimostrato che le cellule staminali del cervello, se manipolate prima in vitro in maniera opportuna e iniettate poi in vivo per via endovenosa o intracerebrale, sono in grado di raggiungere selettivamente le aree del cervello e del midollo spinale danneggiate dall’infiammazione e di ripararle attraverso il rilascio di fattori solubili anti-infiammatori e neuro protettivi ».
Tale scoperta – che ha modificato la credenza che le cellule staminali funzionano solo quando si sostituiscono fisicamente alle cellule danneggiate – amplia notevolmente le potenzialità terapeutiche delle cellule staminali neurali che potrebbero risultare utili sia nella sclerosi multipla che in altre gravi malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale come l’ictus cerebri, i traumi midollari e le lesioni traumatiche dei nervi.

Queste ricerche, hanno un interessante e promettente campo di utilizzo anche nella traumatologia conseguente a incidenti stradali e rappresenta un ulteriore testimonianza dell’impegno di BMW Group al tema della sicurezza


Queste ricerche, hanno un interessante e promettente campo di utilizzo anche nella traumatologia conseguente a incidenti stradali e rappresenta un ulteriore testimonianza dell’impegno di BMW Group al tema della sicurezza che, ci auguriamo, possa essere un esempio seguito da altri costruttori auto e moto.




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Basti pensare agli ultimi ritrovati per vedere di notte (Night vision), all’Abs sulle moto (oltre il 50% delle moto circolanti con Abs sono BMW), al sistema che aiuta in caso di bisogno o di incidenti (ConnectedDirve e Advanced E-Call). Ma anche ai corsi per migliorare il comportamento alla guida di auto e moto (scuole di guida sicura avanzata BMW), alla formazione dei giovani prima che abbiamo la patente (BMW Junior Campus a Segrate), agli studi per migliorare la viabilità (BMW Motorrad Italia, con il Politecnico di Milano, la Fondazione 3M e l’ANCMA, sta lavorando ad un progetto per migliorare la sicurezza dei motociclisti nelle aree urbane).

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