Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Non solo l'alcoltest, ma anche testimonianze, odore di alcol e incapacità di autocontrollo possono bastare per dimostrare lo stato di ebbrezza di un automobilista al volante. Lo ha stabilito la Cassazione con una recente sentenza, aprendo la strada a una giurisprudenza più ampia per accertare la guida in stato di ebbrezza. Secondo la Suprema Corte, per provare l'alterazione da alcol non è necessario il superamento del limite di 1,5 g/l con l'etilometro. Bastano quindi elementi "obiettivi e sintomatici", come ad esempio le Testimonianze di agenti di polizia che hanno visto e fermato il conducente, oppure evidenti segni di ebbrezza, come difficoltà di linguaggio, coordinamento instabile o forte odore di alcol ed infine un comportamento alterato che indica un consumo di alcol superiore alla soglia.
La Cassazione ha respinto il ricorso di un automobilista di Brescia che era stato condannato per guida in stato di ebbrezza nonostante si fosse rifiutato di sottoporsi all'alcoltest. Secondo i giudici, le testimonianze degli agenti e le condizioni evidenti dell'uomo erano sufficienti a dimostrare il suo stato di ebbrezza, anche senza l'etilometro.
Questa sentenza rappresenta un cambio di rotta nella giurisprudenza italiana in materia di guida in stato di ebbrezza. Apre la possibilità di accertamenti più rigorosi anche nei casi in cui gli automobilisti si rifiutano di sottoporsi all'alcoltest, garantendo una maggiore sicurezza sulle strade.