Nico Cereghini: "La donna e la moto"

Nico Cereghini: "La donna e la moto"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
"O me o la moto!". C’è davvero chi ha scelto la moto. E voi? Prima lei o prima la moto? Donne: gioie o dolori| N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
27 aprile 2010

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Ciao a tutti.
Vi è mai capitato di conoscere davvero, di persona, il protagonista di una barzelletta? A me sì. C’è quello che ha una gran passione per le moto e che discute sempre con la moglie, e lei che a un certo punto gli dice “adesso basta: o me o la moto!”. E lui risponde “la moto”, e viene cacciato di casa. Quello che conosco io è un famoso fotografo, il nome non ve lo dico di certo perché è una vicenda delicata. E poi alla fine è andata bene: marito e moglie e anche le moto sono tornati a vivere insieme, ma dopo un bel po’, non meno di cinque anni di separazione.

Vi racconto questa storia di vita vissuta per introdurre l’argomento di questa settimana. Argomento frivolo, forse, perché alcuni di voi mi hanno invitato ad alleggerire i toni dopo tante discussioni -per loro troppe- sui temi etici di un certo peso. Dalle targhe orizzontali ai finti tedeschi fino alla incerta passione dei piloti. Dunque, le donne. Il mio amico non voleva rinunciare alle moto, in nessun caso; aveva una vecchia BMW e una moto da trial. E voi? Avete scelto diversamente? Avete messo la vostra donna davanti alla vostra moto? In senso figurato, intendo, non per tirarla sotto.

E voi? Avete scelto diversamente? Avete messo la vostra donna davanti alla vostra moto?

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Negli anni Settanta, e ancora nei primi Ottanta, non c’erano le supersportive come le intendiamo oggi. Manubrio basso, sella più corta, pedane arretrate, e una qualsiasi 750 diventava una moto sportiva. Però ci voleva la moglie seduta alle spalle. Ne ho viste tante, alla prima sosta-sigaretta, incazzate come iene. Perché il compagno non aveva mai mollato i più veloci, non aveva fatto il turismo promesso al mattino, ma badilate di gas e curvoni in pieno. Perché lui, come tanti altri, la voleva alle spalle per una sola ragione: con un certo carico, diciamo cinquanta chili, la sospensione lavorava meglio. Non era una gran sospensione, tanta molla e poca idraulica. E non era un gran rapporto di coppia, tanto vicini e poca comunicazione. D’altra parte, senza passeggero la moto rimbalzava.

Oggi è diverso. La donna salta sulla vostra moto per il piacere. Non per necessità. Così pare. Ma ci sarà anche la fidanzata che non vi lascia andare soli, quella che piuttosto vi segue con la macchina, o la compagna che non può sopportare i vostri amici, o la moglie che la moto non la vuole neanche vedere. E quella, alla fine, che alle vostre spalle rifiuta di sedere perché la moto, giustamente, la vuole guidare lei.

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