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Ci sarebbe un dossier che riguarda Ducati e che sarebbe al vaglio delle banche d'affari internazionali. Il doppio condizionale è d'obbligo.
L'indiscrezione è stata riportata ieri da Milano Finanza e segue la netta smentita del gruppo tedesco a cui appartiene Audi - come è noto la casa di Ingolstadt controlla Ducati dal 2012 - dopo che erano state ipotizzate presunte strategie Volkswagen utili a uscire dal pantano del Dieselgate.
La stessa MF, passando la notizia, ha ammesso che a Wolfsburg "non hanno ancora deciso sull'eventuale dismissione".
Va detto che il gruppo tedesco ha chiuso il terzo trimestre in rosso, con una perdita operativa di 3,5 miliardi di euro (rispetto all'utile di 3,2 miliardi dello stesso periodo del 2014) dopo l'accantonamento straordinario di 6,7 miliardi deciso appunto per far fronte ai costi previsti della vicenda del software truccato sui motori diesel americani.
A Borgo Panigale, sulla presunta intenzione di vendere da parte di Audi, non si pronunciano ufficialmente, ma fonti interne ribadiscono che la notizia è del tutto infondata. Il dossier a cui si riferisce Milano Finanza calcola in 1,2 miliardi di euro l'attuale valore della casa bolognese. Che è stata pagata da Audi circa 860 milioni di euro, debiti esclusi, nell'aprile del 2012 quando fu rilevato il 70% della proprietà da Investindustrial, il 20% da BS Investimenti e il rimanente 10% da Hospitals of Ontario Pension Plan.
L'anno scorso Ducati ha messo a bilancio ricavi superiori a 570 milioni di euro, segnando un margine operativo lordo di 86 milioni e un utile di 27 milioni di euro.
Da gennaio a settembre le Ducati vendute nel mondo sono passate dalle 37.494 del 2014 alle 46.105 (+21%) di quest'anno. Questo grazie all'arrivo della Scrambler
Cifre diventate ancora più interessanti dopo aver letto la relazione trimestrale di Audi che ha tracciato il saldo dei primi nove mesi del 2015 per il comparto auto e quello moto. Da gennaio a settembre, le Ducati vendute nel mondo sono passate dalle 37.494 del 2014 alle 46.105 di quest'anno (con un incremento pari a +21%). Questo grazie all'arrivo della nuova Scrambler che da sola ha totalizzato 13.609 unità vendute. Il che ha pure compensato i cali del segmento naked, quello che somma i modelli Monster e Diavel.
I ricavi Ducati nei primi nove mesi del 2015 sono così saliti a 575 milioni, e l'utile operativo ha raggiunto i 40 milioni.
Numeri sicuramente importanti, ma davvero poca cosa per pensare che la ventilata vendita Ducati possa incidere sul bilancio del gruppo VW che nel 2014 ha visto ricavi di ben 202,3 miliardi di euro.
Ad accendere il cerino avevano contribuito anche le dichiarazioni di Stefan Bratzel, responsabile del centro per la gestione automobilistica dell’università di Scienze Applicate di Bergisch Gladbach, Germania, parlando agli analisti americani di Bloomberg a metà ottobre. In quell'occasione aveva dichiarato che il gruppo tedesco ha nel suo portafoglio marchi “belli da possedere” ma che allo stesso tempo società quali Lamborghini, Bugatti e appunto Ducati non sono centrali nel business del gruppo.
Volkswagen ha dichiarato di non voler cedere nessuno dei suoi marchi. Hanno speso parole rassicuranti sull'impegno tedesco in Italia tanto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, dopo l'intervento di Massimo Nordio (amministratore delegato VW Italia) al Senato, quanto gli stessi sindacati dei metalmeccanici, Fiom, in contatto con le dirigenze Ducati e Lamborghini.