Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Nata nel 2009 in Wisconsin, dopo la chiusura della Buell Motorcycle, la EBR (ovvero Erik Buell Racing) ha dovuto presto fare ricorso a capitali stranieri per sopravvivere. Tanto che nel luglio di due anni fa ha ceduto il 49% della società alla Hero MotoCorp, vero colosso del settore due ruote in India, per la cifra di 25 milioni di dollari. Tuttavia ciò non è bastato e il 15 aprile di quest'anno la EBR ha avviato la procedura fallimentare e poi ritirato il sostegno al team Pegram Racing, schierato nel mondiale SBK con risultati poco significativi.
Venerdì scorso il Milwaukee Journal Sentinel ha reso noto che l'intero patrimonio della EBR, moto, attrezzature, macchinari, parti staccate e beni immateriali quali il marchio e i brevetti depositati, è stato venduto all'asta per 2,25 milioni di dollari.
L'acquirente è la Atlantic Metals Group LLC del New Jersey guidata dal Ceo Bruce Belfer, in passato buttafuori in un bar frequentato da motociclisti prima di laurearsi ingegnere meccanico e diventare imprenditore nel campo dei metalli 1979. Si dice che la EBR abbia un valore di 20,8 milioni di dollari, ma debiti per 20,4 e ancora non si sa quanto sarà coperto dal nuovo proprietario e quanto dalla Hero. E' invece dato quasi per certo che Erik Buell ricoprirà la carica di presidente.
La prima parte della storia della Buell, fondata nel 1983, è terminata nel 1993 quando la Harley-Davidson rilevò il 49% della società per acquisirne il resto dieci anni dopo. Tuttavia, com'è noto, nel 2009 la H-D chiuse la Buell (e abbandonò anche la MV Agusta dopo averla risanata) e perciò Erik Buell fondò la EBR con aiuti di imprenditori locali.
Va infine aggiunto che durante la recente procedura di amministrazione controllata, la Hero ha versato alla EBR 2,8 milioni di dollari come compenso per progetti e consulenze e altri beni immateriali.
Insomma il terzo capitolo della storia della Buell, chiamatela EBR o Atlantic EBR, o come si chiamerà, sta ricominciando e i tasselli si stanno sistemando. Il tempo dirà se le basi sono e saranno solide, ma perlomeno un pezzo del settore della moto americana può vivere ancora e dare lavoro a 120 famiglie.